Archiviate le Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018, il mondo dello sport internazionale guarda ora a Tokyo 2020 per le Olimpiadi estive.
In Corea abbiamo assistito all’edizione olimpica più rainbow di sempre, per quanto riguarda la ‘versione invernale’, con ben 15 atleti dichiaratamente omosessuali in corsa per una medaglia. Esattamente il doppio rispetto a Sochi 2014. Tutt’altri numeri ci aspettiamo dalle Olimpiadi giapponesi, tant’è che in molti prevedono l’abbattimento di un clamoroso e fino a pochi anni fa impensabile muro. 100, se non di più, atleti LGBT in gara.
Ci sono alcuni numeri da poter analizzare. Nel 2012, a Londra, parteciparono 23 atleti dichiaratamente gay. Quattro anni dopo, a Rio, quel numero è più che raddoppiato, con 56 atleti dichiaratamente omosessuali. Si tratta di un aumento del 143%. Per arrivare a superare la soglia dei 100 atleti LGBT basterebbe ‘limitarsi’ ad un +79% tra Rio 2016 e Tokyo 2020. Visto il balzo precedente, pari al 143%, la probabilità che tutto ciò diventi realtà è altamente credibile.
Anche i numeri delle Olimpiadi Invernali sono aumentati del 114 % tra il 2014 e il 2018. Un chiaro segno che nel mondo dello sport internazionale l’essere omosessuali, finalmente, sta iniziando a non essere più un insostenibile tabù.
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