Dopo la strage di Orlando, moltissimi politici hanno espresso cordoglio e dolore per le 49 persone rimaste uccise al Pulse il 12 giugno ( > guarda il nostro speciale < ).
Obama, la Clinton, lo stesso Renzi. Anche Donald Trump non ha esitato a dire la sua. Domenica 12 ha twittato questo:
Si parla di “durezza e vigilanza” più volte: il focus è sulla matrice islamista dell’attentato. Ma ben sappiamo che il movente di quel crimine così efferato è ben più complesso da comprendere e non può essere ricondotto a una visione così monolitica. E infatti, dopo aver evidentemente compreso come sfruttare ai fini propagandistici l’accaduto, passano due soli giorni e il tono cambia: si passa da un reazionario odio verso l’Islam al supporto incondizionato della comunità LGBTQI. Il passaggio intermedio è stata questa affermazione, il giorno dopo l’attentato, riportata da CNN: “Un terrorista islamico radicale ha colpito quel nightclub non solo perché volesse uccidere degli americani, ma per giustiziare cittadini gay per il loro orientamento sessuale. È stato un assalto al diritto di amare ed esprimere la propria identità“.
Poi una dichiarazione, ad un convegno in North Carolina, seguita da un tweet rivolto alla comunità LGBTQI:
“Chiedete ai gay cosa pensano e cosa fanno, non solo in Arabia Saudita ma in molte di queste nazioni. Poi ditemi, chi è vostro amico, Donald Trump o Hillary Clinton?“. In sostanza l’idea di Trump è stata questa: puntare sulla paura generata nella nostra comunità dall’eccidio di Orlando e trasformarla in xenofobia. “Combatterò per voi, mentre Hillary fa entrare persone che minacciano la vostra libertà e le vostre credenze”. Se non ricordate perché Trump potrebbe essere una reale minaccia per la comunità LGBTQI, rinfrescatevi la memoria con questo articolo. E guardate anche questo video riassuntivo, pubblicato dalla Clinton:
Donald Trump says he’s “the real friend” of the LGBT community.
Yeah, no.https://t.co/TWwZKC5ARS
— Hillary Clinton (@HillaryClinton) 17 giugno 2016
Non è stata una buona idea interpellare i gay: dopo le dichiarazioni del candidato repubblicano, su Twitter l’argomento è diventato virale e con l’hashtag #AskTheGays milioni di ragazzi e ragazze di tutta l’America hanno risposto a loro modo. Ne è nato un trend dalle dimensioni epiche, che Trump non avrebbe mai voluto: è stato un vero e proprio epic fail. Ecco le migliori risposte:
Trump: “Ask the gays!”
Gays: pic.twitter.com/SnJ36B6t0n
— Sam Lansky (@samlansky) 15 giugno 2016
trump: ask the gays
the gays: pic.twitter.com/ExHtDmba8N
— sofia 2 (@otheroakley) 15 giugno 2016
#AskTheGays how to blend your damn foundation. pic.twitter.com/FriXRXQFOT
— r 0 b y n (@r0bvn) 16 giugno 2016
Trump: “I’m much better for the gays. Ask them.” #askthegays
The gays: https://t.co/pOjTMNFeq1
— Matthew A. Cherry (@MatthewACherry) 16 giugno 2016
@realDonaldTrump says #AskTheGays and #TheGaysSay: pic.twitter.com/SMsBwRN7sT
— Chuck Jones (@fanchuckntastic) 15 giugno 2016
When @realDonaldTrump begs for our approval #AskTheGays pic.twitter.com/v5O8Y2Mxya
— Pop_it_lock_it (@Polls2595) 16 giugno 2016
Perfino Hillary Clinton si è accodata al trend:
— Hillary Clinton (@HillaryClinton) 17 giugno 2016
Trump, non ti conviene chiedere ai gay: se li interpelli, loro rispondono.
> Cinque motivi per cui Donald Trump sarebbe un disastro per gay, lesbiche e transgender <
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