È lui il look-guru dei Fantastici Cinque, il pentacolo gay che torna stasera su ‘La7’ alle 22.45 dopo una pausa di qualche mese, con nuovi vip da ristrutturare (Simona Izzo, Nino Frassica) e qualche replica (Mazzocchi, Vento e Parietti).
Nel variegato gruppo arcobaleno, Marco Terzulli spicca non solo perché è il più belloccio di tutti, con quel suo aspetto virile eppur non impostato, ma anche per il suo agio davanti alla telecamera e quella sintonia che riesce a instaurare con gli ospiti, soprattutto quelli vip. Perché Marco non è certo un novizio: titolare di un’agenzia di Hair & Make Up romana, ha un background ultraventennale nel settore e ha curato l’immagine di vip quali Alessia Marcuzzi e Laura Pausini. Lo contattiamo mentre è bloccato a Roma dalla nevicata che ha fatto chiudere l’aeroporto di Milano.
Tu conoscevi già molti vip per lavoro, vero?
Sono una ventina d’anni che mi occupo di trucco e capelli, ho iniziato dalla gavetta e passando per la moda mi sono ritrovato nel percorso dei vip. Ho iniziato a seguire i personaggi famosi, la Parietti e la Vento già le conoscevo. C’è meno sorpresa, però, con le persone celebri, sono abituate ad apparire in televisione e spesso impongono molti limiti d’accordo con la produzione: magari non possono tagliarsi i capelli perché stanno girando un film e non devono cambiare immagine. Con gli straight non vip c’è più spontaneità ed è tutto più pimpante. Anche se è divertente stare una giornata intera con le celebrità che magari trattano argomenti di cui non sono abituati a parlare in tv.
Le cose più tremende trovate nei bagni?
Per i vip cose così terribili non si sono viste, rispetto agli etero non famosi: capelli negli scarichi, grovigli di pelo dietro al bidet, cotton-fioc usati nei cassetti, strisce depilatorie di mesi prima. A volte entravo coi guanti di lattice perché capivo che la casa era in uno stato tremendo.
Il tuo rapporto con Alessia Marcuzzi?
Ho lavorato tanti anni con Alessia, è un po’ che non facciamo nulla insieme…
Che pensi del suo look attuale e del suo ruolo al timone del Grande Fratello?
Preferisco non dar giudizi, non la sto seguendo io, ma se l’hai vista com’era in tempi andati e com’è il suo look adesso ti rendi conto che un passetto indietro l’ha fatto. Ai tempi io e lei lanciavamo tendenze: mi ricordo tempo fa, per un Galà della Pubblicità, le avevo fatto una testa di strane trecce che si incrociavano, sembrava una Vispa Teresa che sdrammatizzava molto l’atmosfera. Dopo una decina di giorni è uscito un redazionale su ‘The Face’ di venti pagine con sole trecce…
E Laura Pausini?
Ci lavoro da nove anni, siamo amici. Laura si fida ciecamente di me e ha una particolarità: ha i capelli molti ricci, c’è un gran lavoro di stiratura poiché li ha sempre ricci tranne rarissimi casi. Riccia l’ho vista solo in vacanza. È una a cui piace cambiare ma sempre rimanendo con un certo tipo di immagine.
Altri vip?
Molti, da Giovanna Mezzogiorno a Vittoria Belvedere. Daria Bignardi l’ho seguita per anni.
Il vip più difficile da restaurare, più complesso da trattare?
Non tanto da restaurare, perché è una ragazza carina, ma indubbiamente la Vento. Perché è faticosa lei. Un gran lavoro è stato fatto su Lubamba, aveva una testa piena di estension di un anno, un vero nido di vipere in testa: ho dovuto togliere quelle, sotto aveva i suoi di 4 cm molto ricci, abbiamo fatto un tiraggio e costruito treccine tipo telaio a cui ho aggiunto nuove ciocche lisce cucite sopra. Abbiamo finito alle due di notte. Lei, comunque, è stata molto carina.
Un vip con cui ti piacerebbe lavorare?
Andrei all’estero come idea, ‘a Hollwood!’ come dice Massimo. Penso ad attrici come Goldie Hawn o Michelle Pfeiffer. Mi è già capitato di lavorare con personaggi quali Richard Gere, Sigourney Weaver, Liv Tyler, Christina Ricci.
Gli stranieri come sono, impongono condizioni precise?
È più il management che c’è dietro a creare questa situazione di controllo. Spesso, per fortuna, più sono importanti più sono umili, anche se magari ti capita la sgallettata italiana di turno che se la tira. La Weaver, per esempio, è una veramente tranquilla. Era venuta a presentare ‘La mappa del mondo’, lei ha i capelli ricci e mi ha detto: «è la prima volta che mi fanno i capelli lisci in così poco tempo!». La Ricci l’avevo seguita a Venezia solo per i capelli, lei presentava ‘L’uomo che pianse’ (di Sally Potter, n.d.r.). Vado in camera sua al Cipriani, lei era fuori sul terrazzo, coi capelli cortissimi e bagnati, tiro fuori gli attrezzi e lei mi dice: «No, Marco, il phon non lo usiamo sennò li gonfiamo troppo…». Allora le ho detto: «La prossima volta non salgo neanche in camera, te li metto a posto direttamente sul motoscafo!». Praticamente sono stato strapagato per 5 minuti di sistemata dei capelli. Lei ha un’immagine da introversa ma è una davvero socievolissima.
E Richard Gere?
Era in Italia per la promozione di ‘Chicago’. Ci ho messo pochissimo, aveva i capelli abbastanza lunghi e quasi tutti bianchi. Lui è molto carino, ha questo alone di serenità che colpisce.
Chi ti ha colpito di più?
Forse Fanny Ardant. Rappresenta esattamente la donna di classe, bellissima e chic. Mi ha colpito la sua femminilità, è davvero una donna affascinante, sofisticata. Poi è stata carinissima, quando ho finito mi ha fatto duemila complimenti.
Come ti ha cambiato l’esperienza con ‘I fantastici cinque’?
Sono stato molto con i piedi per terra, sono passati un paio di mesi prima di dare l’ok. Ho quarant’anni, faccio questo mestiere da molto tempo, ho lavorato cinque anni da ragazzino come modello, non mi interessava andare in televisione, valutavo anche il fatto di invadere il campo di persone con cui ho sempre lavorato. Poi anche Laura Pausini mi ha detto che lo dovevo fare assolutamente. Mi piaceva quest’idea di dare un’immagine di gay che non fosse quello piume e paillettes perché c’è spazio per tutti. Pensavo che potesse essere utile anche ai genitori. Quelli che ci scrivono sono soprattutto famiglie e bambini. Non mi aspettavo un riscontro così grosso da parte della gente. Da ragazzino ero disperato, non conoscevo nessuno, non volevo diventare come Albin de ‘Il vizietto’!
C’è un trend, una moda su come portare i capelli nel 2006, secondo te, sia uomini che donne?
Grazie a Dio da un po’ di anni è tutto permesso, anche nell’abbigliamento, le tendenze si sono abbastanza ammorbidite. La tendenza del nero la trovi su riviste più internazionali, invece come trucco e come capelli si lascia spazio alla personalità di ognuno e mi piace molto questa cosa: preferisco dare un’immagine a una persona che non necessariamente deve essere di gran tendenza ma puoi comunque dire che sta bene, è curata, ha un bel taglio, un bel colore.
Sei fidanzato?
No, sono single. Sono richiestissimo dalle donne, meno dagli uomini, è tutta colpa di quella stronza che ha mangiato la mela e ci ha rovinato!
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