Il 17 settembre del 1999 usciva nelle sale d’Italia Tutto su Mia Madre, indiscusso capolavoro di Pedro Almodovar, presentato in concorso al 52º Festival di Cannes e uscito vittorioso dalla Croisette grazie alla miglior regia. All’epoca la pellicola incassò quasi 8 milioni di euro solo in Italia, e ben 70 in tutto il mondo dopo esserne costati solo 4.
Il film vise poi tutto quel che c’era da vincere. Il Premio Oscar come miglior film straniero, il Golden Globe, due Bafta, due National Board of Review Award, 3 Efa, un Cèsar, un David di Donatello, un Satellite Award e 7 Goya. Grazie a Tutto su Mia Madre il regista spagnolo entrò nell’Olimpo della cinematografia internazionale, cavalcando un genere, il melò, per tramutarlo in altro.
Tragedia e commedia, lacrime e risate, tra sieropositività, omosessualità, genitorialità e transessualità, cinema e teatro. Manuela, coordinatrice dell’organizzazione nazionale per i trapianti, perde in un incidente stradale il figlio diciassettenne Esteban: era il giorno del compleanno del ragazzo e insieme erano andati a teatro a vedere “Un Tram Chiamato Desiderio”, interpretato dalla nota attrice Huma Rojo. Sconvolta dal dolore Manuela decide di tornare da Madrid a Barcellona per rintracciare il padre del figlio, anche lui di nome Esteban, una donna transessuale che non vede da diciotto anni che ora si fa chiamare Lola.
Trama ormai diventata celebre, per un film che chiuse il millennio passato con potenza e malinconia, un inno a tutte le donne e a detta di Almodovar a quella “normalità” che “non va guardata con tolleranza, ma con naturalezza. La tolleranza implica un giudizio morale imposto da fedi politiche o sociali. La naturalezza, invece, riflette semplicemente la normalità“.
Per celebrarlo, non possiamo che tornare ad ammirare l’indimenticato monologo di Agrado, 20 anni dopo ancora da applausi.
Mi chiamano Agrado perché per tutta la vita ho sempre cercato di rendere la vita gradevole agli altri… oltre che gradevole sono molto autentica. Guardate che corpo… tutto su misura. Occhi a mandorla 80 mila. Naso, 200 buttateli tutti perché l’anno dopo me l’hanno ridotto cosi con una altra bastonata. Tette, due, perché non sono mica un mostro, però le ho già super ammortizzate. Silicone.. naso,fronte, zigomi, fianchi e culo. Un litro sta sulle 100 mila, perciò fate voi il conto perché io già l’ho perso. Limatura della mandibola 75 mila. Depilazione definitiva col laser, perché le donne vengono dalle scimmie quanto l’uomo, sino a 4 sedute, però se balli il flamenco ce ne vogliono di più è chiaro. Quello che stavo dicendo è che costa molto essere autentica signora mia… e in questo non bisogna essere tirchie, perché una più è autentica quanto più somiglia all’idea che ha sognato di se stessa“.