Deeniquia Dodds, una donna trans di colore è morta mercoledì scorso a Washington, D.C. L’assassino, al momento non ancora identificato, le ha sparato alla nuca il 4 luglio, poco distante dalla casa della donna. Dee Dee, come veniva chiamata dagli amici, è stata ritrovata da un passante e trasportata d’urgenza al Prince George’s Hospital, dove è rimasta per nove giorni in terapia intensiva. Purtroppo non ce l’ha fatta.
Non ci sono testimoni della sua aggressione.
Come quasi sempre succede in questi casi, stampa e polizia inizialmente si sono riferiti a lei al maschile, usando il suo nome di battesimo. Solo dopo giorni l’identità di Dodds è stata riconosciuta.
Il fatto sta generando una certa polemica: si accusano le forze dell’ordine di finire, occultando la vera identità delle persone transgender, nello stesso atteggiamento violento che sta alla base dei delitti transfobici. Il capo della polizia di Washington, D.C, Cathy Lanier, ha promesso che la comunità trans verrà rispettata, innanzitutto impegnandosi a riconoscere prontamente l’identità delle vittime, anche a livello linguistico (ad esempio usando i pronomi di genere appropriati).
È la quindicesima persona trans uccisa negli Usa da inizio 2016. La maggior parte di queste vittime sono donne trans nere.
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