Nata quasi 10 ann or sono, Zoom è letteralmente esplosa negli ultimi due mesi di isolamento causa pandemia da Covid-19. Combinando videoconferenze, riunioni online, lezioni scolastiche, chat e collaborazione mobili, con gratuità assoluta fino a 40 minuti e 100 persone collegate, è presto diventata strumento ideale per lo smart-working. E non solo. La piattaforma si è infatti presto trasformata anche in strumento di ‘festini virtuali’.
Una novità talmente marcata da costringere il portavoce della società ad annunciare ‘sanzioni’ contro chiunque utilizzi l’app per “qualsiasi attività dannosa, oscena o indecente”, tra cui “nudità, violenza, pornografia, e materiale sessualmente esplicito”.
Zoom si unisce così a piattaforme come Patreon, Tumblr, Facebook e Instagram che hanno preso la distanza da qualsiasi tipo di nudità, bannando profili e facendo sparire immagini e/o video inappropriati. Attraverso un fantomatico algoritmo, Zoom riuscirebbe a scanzionare le proprie chat e videochiamate, scovando dirette sconce, video, foto hot.
La società è stata recentemente messa sotto osservazione da un procuratore generale di New York, con l’accusa di non aver aggiornato la propria sicurezza, dando luogo a una tendenza chiamata Zoombombing, ovvero l’improvviso avvento di autentici ‘bulli’ on line. Sconosciuti che si intromettono in una videochat di gruppo senza essere stati invitati, con l’unico scopo di provocare reazioni scomposte. Tra i tanti casi che hanno fatto clamore negli Usa, quello di alcuni suprematisti bianchi che hanno attaccato una conferenza sull’antisemitismo.
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