Luca, i suoi papà e la vacanza in giro per l’Italia: il sud sorprende

Luca, i suoi papà e la vacanza in giro per l'Italia: il sud sorprende - lucacoverspalle - Gay.it Blog

luvapapaàikeaDevo ricordarmi di non rimanerci male: mezz’ora di intervista al telefono e poi sul giornale cinque righe e (come anche questa settimana su Grazia) magari ti mettono pure in bocca parole che non hai mai detto e mai avresti detto, tipo l’espressione “il diverso”.
Ma un numero di una rivista molto letta in pieno agosto raggiunge migliaia di persone e dunque sono contento che la giornalista perlomeno abbia riportato un simpatico aneddoto accaduto all’Ikea di Catania pochi giorni fa: Luca, come fa spesso, aveva ipnotizzato una bimba un po’ più grande e sua madre. Ad un certo punto la signora mi chiede: “e dov’è la mamma?” Io le ho risposto che Luca ha due papà. La signora non ha avuto la tipica reazione scomposta o sconvolta o nemmeno stupita (come accaduto altre volte) ma anzi mi ha semplicemente risposto con un sorriso, e così la figlia a cui poi probabilmente avrà dovuto spiegare qualcosa che non conosceva (ma i bambini sono molto più recettivi e semplici degli adulti, come la bimba al parco di qualche settimana fa).

In queste settimane siamo stati in Sicilia e in Puglia (anche in piccoli centri), presto andremo anche in Lazio, e finora non c’è stato nessun episodio in cui mi sono sentito osservato o giudicato o trattato in modIMG_5622o diverso da una qualsiasi altra famiglia: né negli alberghi, né nei ristoranti o nei lidi o nei bar o per strada.
E questo anche se Luca, che ormai cammina spedito, corre incontro a me e a Sergio davanti a tutti abbracciandoci e chiamandoci a gran voce “papà” (riempiendoci di gioia e di orgoglio, ovviamente!).

Indirettamente questo lo dico non soltanto per confermare la mia tesi secondo cui la società è pronta ma anche indirettamente per rispondere ad un commento all’ultimo post: io non credo che il Sud Italia sia più arretrato del Nord, affatto: le persone aperte e tolleranti esistono ovunque in Italia, così come quelle arretrate e omofobe… ahimè temo ci sia un’equa distribuzione geografica.

Di certo (e scusate se su questo punto insisto) sono convinto che la visibilità aiuti molto le nostre famiglie e le nostre istanze: sia direvogartlucattamente, quando io Sergio e Luca ci presentiamo in modo cristallino e senza titubanze come una famiglia e gli altri dunque si limitano ad accettare un dato di fatto, sia indirettamente, come avviene tramite questo
blog, o con un’intervista ad un giornale, o con il programma che ad esempio andrà in onda domenica pomeriggio 5 settembre su canale 5…
Ah, e mi raccomando… ricordatevi che non sono per nulla fotogenico e videogenico! 😀 Ma per fortuna Luca si!
Buon proseguimento di estate, noi ci godiamo un po’ il nanetto a tempo pieno prima che arrivi l’autunno e inizi la nuova incredibile esperienza del nido…
Intanto io faccio anche qualche lettura leggera sotto il sole, tipo questo simpatico articolo di Vogue America sul mea culpa di Domenico Dolce dopo le sue affermazioni sui “bambini sintetici” dello scorso marzo…

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2 commenti

  1. In effetti molto dipende da come NOI ci poniamo con gli altri. Premesso che ognuno ha il sacrosanto diritto di esprimersi come più gli aggrada, e che nessuno deve essere giudicato, bisogna ammettere che per decenni il fatto che si siano esposti soprattutto i gay un pò “al di sopra delle righe” (e comunque, per carità, fortuna che per rompere il ghiaccio almeno loro lo hanno fatto!) ha rallentato il cammino dell’accettazione da parte della società, la quale ha una certa innata riluttanza nei confronti di ciò che è percepito come “strano”. Io ed il mio compagno, ormai non più due ragazzini, stiamo insieme da circa venti anni. Conduciamo uno stile di vita sobrio, non abbiamo sbandierato ai quattro venti la nostra omosessualità nè la nostra relazione, ma abbiamo dato tutto sottilmente per scontato nei rapporti con gli altri, nè mostrato segni di titubanza. Non ci siamo mai preoccupati, fin dall’inizio (e qualche anno fa le cose non erano come oggi!!!), di cosa potessero pensare gli altri, comportandoci comunque in maniera rispettosa, ma al contempo pretendendo rispetto. E pian piano tutti quelli che ci stavano attorno, lentamente ma inesorabilmente, hanno ritenuto la cosa naturale, dai familiari, ai colleghi di lavoro, ai vicini di casa: abbiamo sempre manifestato serenità e saldezza nel nostro rapporto, cosa avevano da ridire? Non escludo che all’inizio possano aver pettegolato un pò, ma poi, constatato che eravamo gay, non avevano altro materiale su cui lavorare per essere il nostro stile di vita del tutto “normale”. Ed è questa “normalità” (intesa come rispetto del sentire comune) che vince e che oggi più che mai serve. Viaggiamo molto, anche al sud Italia, stiamo in due sotto l’ombrellone in spiagge con famiglie, prenotiamo camere rigorosamente matrimoniali… magari il portiere d’albergo all’inizio ci squadra un pò (due uomini “normali”, vestiti e pettinati in maniera “normale”, che semplicemente sono gay), ma poi tutto scorre senza intoppi. Non ce ne sono mai capitati. Forse saremo stati fortunati… ma forse se ci presentassimo con i calzoncini rosa ed i modi di fare appariscenti (nei commenti successivi gli amanti dei calzoncini rosa mi linceranno, lo so) qualche problema lo avremmo incontrato. Ripeto, ognuno ha il diritto di esprimersi come più gli aggrada, e gli atti di omofobia mai e poi mai sono giustificabili. Ma la società è quella che è, bisogna tenerne conto e non nascondersi dietro un dito perchè rischiamo di farci male, si trasforma ma le occorre modo per digerire, va capita ed aiutata a capire, non violentata. Nel caleidoscopico mondo ci sono anche i gay che rimangono sobri. E, per esperienza personale come sopra narrata, hanno forse maggiori opportunità di scalfire il muro che purtroppo ancora oggi in Italia divide i gay da una parte e gli etero dall’altra, perchè di loro la gente comune può solo dire: “sì, sono gay… nient’altro…”. Quindi hanno la RESPONSABILITA’ di farsi conoscere, educatamente ma incisivamente, come è nel loro stile.

  2. Ambito da 15 anni in un paesino di 9000 abitanti palazzolo acreide ..Sicilia. ..ho sempre vissuto con il mio compagno libero senza nascondermi faccio soli fatica a spiegate alle persone del nord Italia come le persone ci vogliono bene e considerano l’omosessualità una cosa normale … ricordo che questa terra e stata la culla della civiltà con i greci e il DNA e ancora dentro ..

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