Lo avevamo già detto nei mesi scorsi e qualcuno sui social ci aveva definito “gufi”, criticando la nostra scelta di rendere noti i risultati di alcuni sondaggi su unioni civili e, soprattutto, stepchild adoption: il fronte del “no” su questi temi ed in particolare sulla stepchild ha pericolosamente guadagnato terreno nel paese, complice una astuta e massiccia campagna di disinformazione attuata dai cattointegralisti e aiutata, in certi casi in buona fede, in altri no, pure da alcuni quotidiani progressisti (come Repubblica).
In questa settimana sono tre i sondaggi che sono stati resi noti. Entrambi vengono da due istituti accreditati: il primo è Demopolis di Pietro Vento, commissionato per la trasmissione Otto e Mezzo de La7, il secondo è di Ixè per la trasmissione Agorà su RaiTre, il terzo di Scenari Politici – Winpoll per l’Huffington Post. Due trasmissioni ed un sito internet, quindi, che normalmente non hanno problemi a parlare delle nostre tematiche, evitando pregiudizi e tesi precostituite: tutt’altro. Insomma, non stiamo parlando di Porta a Porta, per intenderci.
Ma veniamo ai dati. Nel sondaggio di gennaio – contenuto in un articolo che alcuni nostri lettori avevano criticato -, realizzato da IPR Marketing di Napoli per il Quotidiano Nazionale, i favorevoli alle unioni civili per le coppie dello stesso sesso erano il 46% della popolazione, contro un 40% contrario. Nella rivelazione di Ixé il dato viene sostanzialmente confermato: il 50% sarebbe favorevole, il 43% contrario. In quella di Demopolis, il fronte del sì arriverebbe addirittura al 60% mentre quello contrario scenderebbe al 33%. In ogni caso, tutti e tre i sondaggi fotografano un’Italia che, nonostante l’imponente campagna di disinformazione in atto, si conferma sostanzialmente favorevole al ddl in discussione in questi giorni al Senato. In Scenari Politici – Winpoll il 69% si dichiara completamente o abbastanza favorevole alle unioni civili ed il 28% completamente o abbastanza contrario.
Demopolis, poi, svela altri dati molto interessanti: innanzitutto, conferma ancora una sostanziale contrarietà degli italiani al “matrimonio gay“, con un 56% che non è d’accordo e con solo un 37% favorevole. Tale dato, peraltro, era già stato rilevato da altri istituti. Ma Demopolis, in una slide, ci fa vedere l’interessante progressione della percentuale della popolazione favorevole al riconoscimento di diritti per le coppie di fatto nel nostro paese, con un 42% nel 2000 per arrivare al 60% attuale.
E’ però sulla stepchild adoption che gli italiani mostrano di avere di avere difficoltà. E se nel sondaggio di gennaio, realizzato da IPSOS, potevamo contestare la domanda che era impropria e che infatti portava a stimare favorevole alla stepchild solo il 15% della popolazione, in questi c’è poco da fare: vince la disinformazione, almeno per ora. Demopolis non fornisce alcun dato ma nel suo comunicato stampa parla chiaro: “Il punto più controverso della legge Cirinnà resta quello delle Stepchild Adoption. È un tema, quello delle adozioni, sul quale – secondo il sondaggio Demopolis – anche l’opinione pubblica appare divisa”.
Ixé, invece, sostiene che il 73% degli italiani sia contrario alle “adozioni gay” e solo il 20% sia favorevole. Per Scenari Politici – Winpoll, di fronte alla domanda “come si pone di fronte alla possibilità che il figlio venga adottato da una coppia omosessuale?”, il 24% degli intervistati si dichiara completamente favorevole, il 24% è possibilista se un genitore è genitore biologico e il 48% è contrario: a fronte quindi di una domanda posta correttamente, senza “spaventare” l’intervistatore, gli italiani si dimostrano comunque contrari alla stepchild.
Detto questo, è bene ricordare che i sondaggi non debbano troppo influenzare le scelte politiche, altrimenti la pena di morte – vale la pena sottolineare – sarebbe stata reintrodotta in Italia da svariate decine d’anni.
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