Il matrimonio gay aprirà ai matrimoni tra padre e figlio: è questa la tesi che sostiene Mario Adinolfi e con la quale giustifica, ancora una volta, l’impegno per il suo giornale (ora solo online) La Croce.
Tutto è avvenuto su Facebook quando il fondatore dei circoli Voglio la mamma ha annunciato un succoso scoop per gli omofobi: “In prima pagina su La Croce – Quotidiano racconteremo la storia di Bill e Norman – annuncia il direttore de La Croce – Bill è il figlio adottivo di Norman, vivono in Pennsylvania. Però Bill è innamorato di Norman. E poiché negli Stati Uniti l’istituto matrimoniale stanno mandandolo a puttane, con la Corte Suprema che liberalizzerà entro un mese il matrimonio gay, Bill ha chiesto di veder cancellato il rapporto adottivo figlio-padre, per poter sposare Norman. E a giugno il figlio sposerà il padre. Capite perché c’è bisogno del nostro giornale?“.
Che splendida storia per delegittimare l’amore e farci restare nel Medioevo! Peccato che il signor Adinolfi abbia dimenticato (sicuramente a causa di un’imbarazzante casualità) di raccontare una fondamentale parte della vicenda e sia stato sbugiardato pubblicamente da un utente Facebook che nei commenti ha spiegato la vera storia di Bill e Norman.
“Vi racconto una storia. – incomincia a scrivere l’utente – Ci sono due tizi: Norman MacArthur e Bill Novak entrambi sulla 70ina. Stavano insieme da 50 anni ed erano registrati come coppia di fatto a New York, nel 1994.
Quando si sono trasferiti in Pennsylvania hanno scoperto che quello stato non riconosceva le coppie gay. Essendo anziani e bisognosi l’uno dell’altro, hanno deciso che – pur di vedersi riconosciuto uno straccio di diritto – sarebbe stato meglio “adottarsi” l’uno con l’altro. Questo perché, all’epoca la Pennsylvania era una nazione molto retrograda che non riconosceva l’esistenza (e negava, di conseguenza, loro diritti) delle coppie gay.
Fatto sta che, essendo entrambi “orfani”, legalmente hanno avuto la possibilità di farlo. Oggi però è possibile finalmente per i gay sposarsi, quindi hanno chiesto di poter chiudere la farsa del rapporto padre/figlio e vedersi riconosciuti quindi i diritti.
Questa non credo sia la stessa storia che ha raccontato il buon Adinolfi, di cui potrete leggere domani correndo i̶n̶ ̶e̶d̶i̶c̶o̶l̶a̶ sul vostro browser a cercare le notizie che solo lui conosce“.
Dobbiamo aggiungere altro?
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