#Gayisok, il sapone Lush che finanzia le associazioni LGBT

La catena inglese presente in Italia ha raccolto 380000 euro col sapone "gay"

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Lo scorso giugno, Lush, la catena inglese di “cosmetici freschi fatti a mano” – come si definisce – che in Italia ha AllOut – partner di questa campagna – ed ad altre associazioni LGBT nel mondo. In Italia la vendita del sapone “gay” è andata benissimo ed oltre le previsioni, tant’è che tutti i negozi hanno pure esaurito le scorte.

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Sono infatti ben 107.479 gli esemplari del sapone “Amore” che stati venduti negli oltre 800 negozi Lush di tutto il mondo, ma non purtroppo negli 80 negozi che si trovano in paesi che hanno una legislazione omofoba, dove quindi già la parola “gay” rappresenterebbe un reato per le leggi contro la “propaganda gay”. L’obiettivo di raccolta fondi è stato ampiamente superato, dal momento che l’azienda ha annunciato che il fondo appositamente creato per la campagna ha incassato ben 378.000 euro. Di questi, 70.000 euro sono stati già devoluti ad AllOut, che era partner della campagna, all’associazione LGBT africana Fondazione Lesbica Astrea per la Giustizia, negli Stati Uniti. I restanti, questa è la promessa di Lush, saranno distribuiti in donazioni comprese tra 100 e 10.000 euro ad associazioni e gruppi d’azione che lottano per le leggi egualitarie, l’accettazione, la difesa e l’inclusione delle persone LGBT nel mondo.

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“Un piccolo sapone dorato può smuovere le montagne” ha dichiarato Alessandro Commisso (@alecommy), un italiano che vive e lavora a Londra per l’azienda inglese e che abbiamo intervistato (nella foto). “Migliaia di clienti Lush, membri di All Out, VIP e sostenitori della comunità LGBT hanno mostrato al mondo che #GayIsOk e hanno reso questa campagna assolutamente incredibile. Acquistando il sapone Amore ci hanno donato la propria fiducia (ed il proprio denaro) per sostenere le associazioni locali e continuare a lottare per il riconoscimento dei diritti LGBT quali diritti umani, soprattutto laddove la vita non è tutta oro e brillantini.”

“L’attenzione di Lush per l’Italia – ci conferma Alessandro – è sempre stata forte. Questa campagna specifica si rivolgeva principalmente, ma non solo, ai paesi in cui l’omosessualità è reato; tuttavia Lush utilizza i suoi canali di comunicazione per spingere queste tematiche di uguaglianza e di tolleranza a livello mondiale e sappiamo bene quanto delicato sia il momento che l’Italia sta attraversando in questi mesi, con la discussione in Parlamento della legge sulle unioni civili. Io sono italiano, vivo all’estero, abbiamo iniziato cinque anni fa a fare campagne di questo genere: quello che mi ha stupito è che la recezione del pubblico italiano è stata incredibilmente positiva”. “Peccato che questo cambiamento che è avvenuto nella società non si veda nella politica“, conclude con una punta di amarezza Alessandro.

“La campagna – precisa Alessandro – è stata attiva in oltre 40 paesi, anche in Ucraina e SIngapore, ad esempio, dove queste tematiche sono veramente complicate per un negozio di cosmetici che magari è in un centro commerciale. I fondi raccolti andranno principalmente a paesi dove i gruppi LGBT operano con estrema difficoltà, se non in una sostanziale clandestinità. Però sottolineo che già da tempo chi acquista la nostra Charity Pot, una crema per il corpo: tutti i proventi vengono donati ad associazioni che operano nei tre ambiti dei diritti umani, diritti degli animali e cause ambientali. Nella parte dei diritti umani vi sono moltissimi gruppi LGBT nel mondo che quindi sosteniamo da anni“.

Uno speciale Love Fund Panel – composto da membri di All Out, dipendenti di Lush e attivisti LGBT indipendenti – deciderà come saranno ripartiti i fondi raccolti. Per questo, il panel spera di ricevere domande da gruppi attivi nelle aree dove le leggi anti LGBT sono più dure e dove è più difficile reperire fondi, ma anche dall’Italia, ci assicurano. Se conosci un gruppo che corrisponde a questa descrizione o se vuoi saperne di più sul Love Fund Panel, clicca qui. La data per elaborare e presentare progetti da finanziare, per chi fosse interessato, è il 15 ottobre.

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