È davvero una delle più belle, appassionanti, scorrette serie tv degli ultimi anni e ieri sera ha trionfato ai premi Emmy, gli Oscar della tv, consegnati al Nokia Theatre di Los Angeles durante una frizzante cerimonia condotta da Seth Meyers: “Breaking Bad” col suo frustrato prof di chimica che diventa un sofisticato chef di metanfetamine, impelagandosi nei tortuosi giri criminali dello spaccio, si è aggiudicato cinque premi, praticamente tutto il magnifico cast (Bryan Cranston, Aaron Paul, Anna Gunn) oltre a miglior serie drammatica e sceneggiatura. Per il protagonista Cranston si tratta del quarto Emmy vinto, su cinque stagioni della serie, per il medesimo ruolo. Delusione invece per la tosta serie carceraria filo-lesbica “Orange Is The New Black”, completamente ignorata, mentre vince per la quinta volta “Modern Family” come miglior serie non drammatica e si aggiudica anche la miglior regia e il miglior attore, Ty Burrell. Sorpresa per i tre premi a “Sherlock” (gli attori Martin Freeman e Benedict Cumberbatch più la sceneggiatura) e per la vittoria del lynchiano, più che coeniano, “Fargo” tra le miniserie.
Il toccante dramma “The Normal Heart” sull’insorgere della piaga dell’Aids si aggiudica il premio come miglior film televisivo (ma con 16 nominations ci si aspettava di più, soprattutto sul versante interpretazioni: Julia Roberts è stata battuta da Kathy Bates in “American Horror Story: Coven”).
“Siamo qui grazie a una persona – ha detto sul palco il regista Ryan Murphy -. E questa persona è Larry Kramer (autore della sceneggiatura, n.d.r.). L’abbiamo fatto per lui. Un grazie speciale al nostro cast meraviglioso, in modo particolare Julia Roberts e Mark Ruffalo che hanno reso possibile la realizzazione del film. Dopo trent’anni, ci volevano i superpoteri di Erin Brockovich e dell’Incredibile Hulk per rendere questa cosa finalmente viva”.
“Giovani, cercate di diventare come Larry Kramer – continua Murphy -, cercate una causa in cui credere, per cui combattere. Andate online, cercate l’amfAR (Fondazione per la ricerca sull’Aids, n.d.r.), l’Elizabeth Glaser Pediatric AIDS Foundation. Dedico questo premio alle centinaia di migliaia di artisti che sono morti di Aids dal 1981. Il vostro ricordo e la vostra passione bruciano in noi, e questo è per voi. Grazie”.
Toccante è stato l’omaggio di Billy Crystal al suo grande amico recentemente scomparso, Robin Williams, seguito da un video con i suoi maggiori successi: “Ci ha fatto ridere, da sempre. E tantissimo. Bastava solo guardarlo […]. Ho trascorso molte ore piacevoli sul palco con Robin. La sua genialità era sorprendente, la sua energia implacabile straordinaria. […] Così come era un genio sul palco, era anche l’amico più fedele che si potesse desiderare: solidale, protettivo, affettuoso. È molto difficile parlarne al passato perché in qualche modo è ancora presente nelle nostre vite.
Per circa quarant’anni, Robin Williams è stato la stella più brillante nella galassia della commedia. La maggior parte dei corpi celesti più luminosi sono in realtà spenti, perché le loro energie sono in via di esaurimento, ma miracolosamente, dal momento che fluttuano in galassie infinitamente lontane dalla nostra, la loro luce meravigliosa brillerà su di noi per sempre. Questo bagliore sarà sempre luminoso, scalderà i nostri animi, ci farà brillare gli occhi, e potremo pensare nel profondo del nostro cuore: Robin Williams… Che personaggio!”.
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