Bjorn: 30 anni di porno gay a suon di orgasmi multipli

Ha appena festeggiato 30 anni di attività nel mondo del porno gay il regista Kristen Bjorn. Diventato famoso per la sua maniacale attenzione per la fotografia, Bjorn ha segnato un'epoca.

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Lo scorso 12 ottobre il regista Kristen Bjorn ha festeggiato il suo cinquantaquattresimo compleanno, e i suoi primi trent’anni nel mondo del porno gay. Un traguardo di tutto rispetto per uno dei registi che più hanno saputo reinventare il concetto di pornografia gay, e che a tutt’oggi viene considerato un nome di riferimento imprescindibile per tutto il settore. Ma chi è Kristen Bjorn? Il suo vero nome è Robert Russell, ed è nato a Londra nel 1957 da madre russa e padre inglese. Per seguire gli impegni diplomatici del padre si trasferisce giovanissimo a Washington D.C. e una volta terminato il liceo inizia a girare il mondo, nella speranza di perfezionare la sua tecnica fotografica e iniziare a lavorare per riviste come National Geographic. Dopo aver girato in lungo e in largo Asia ed Europa, nel 1978 arriva a San Francisco e viene folgorato dalla vivace comunità gay locale e dal suo rapporto disinibito col sesso.

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Così comincia a lavorare su se stesso per diventare più attraente, e nel 1981 entra in contatto con il fotografo Fred Bisonnes, molto noto nel giro delle riviste porno gay dell’epoca, che lo trasforma in un modello per i suoi servizi e lo porta a girare due video con la Falcon ("Biker’s Liberty" e "The New Breed"). Qui gli viene dato il nome d’arte Kristen Bjorn, in onore della sua vaga somiglianza col tennista Bjorn Borg. Tuttavia la sua vera vocazione è quella di stare dietro la macchina fotografica, e così nel 1982  si trasferisce in Brasile per realizzare servizi fotografici omoerotici da spedire alle riviste statunitensi. Mediamente riesce a realizzare 20 o 25 servizi al mese, ma dopo qualche anno decide che le foto non gli bastano più e che è arrivato il momento di tradurre la sua poetica in video. Così nel 1988 produce Tropical Heatwave, che nonostante il basso budget e i modesti mezzi gli permette di reinvestire i guadagni in produzioni di volta in volta più impegnative, che cura in maniera meticolosa e ricercando una qualità del tutto inedita per questo genere di produzioni. Al di là dell’estrema cura nella regia e nella fotografia, che può richiedere quattro giorni per filmare ciascuna scena, col tempo la poetica di Kristen Bjorn diventa subito riconoscibile.

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Ad esempio dando per scontati i rapporti interrazziali e le scene in location suggestive ed esotiche, ma rigorosamente reali. Solo vere foreste, vere fattorie, vere ville… Per dare al tutto una dimensione più verosimile. Inoltre la cura del regista diventa addirittura maniacale nelle scene di gruppo, che non di rado si trasformano in vere e proprie composizioni artistiche, senza contare il reale marchio di fabbrica delle sue produzioni: gli orgasmi multipli che un sapiente montaggio rende possibili in ciascuna scena. Non bisogna poi scordare l’attenzione riservata da Kristen Bjorn alla post produzione: dal ridoppiaggio delle parti poco convincenti all’utilizzo di musica rigorosamente ambient, new age o etnica creata per l’occasione, che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque nell’ambito delle colonne sonore del porno gay, che fino a quel momento si erano limitate a copiare i ritmi che andavano per la maggiore in discoteca. Altra particolarità di Kristen Bjorn è quella di realizzare film ambientati nelle nazioni in cui risiede, anche per poter seguire la sua passione per i viaggi.

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E così nel tempo ha deliziato il suo pubblico con film ambientati in Australia, in Canada, negli USA, nel’Europa dell’Est e in Europa. Attualmente vive a Barcellona, dove continua a produrre i suoi film con cura certosina per mantenere intatta la qualità che lo contraddistingue, tant’è che dal 1988 a oggi ha realizzato solo una cinquantina di film. Nel 2000 ha fondato anche la Sarava Production, una compagnia parallela alla Kristen Bjorn Production, in cui però compare solo come produttore esecutivo lasciando spazio ad altri registi che decidono di sposare la sua estetica. Tra gli altri vale la pena di ricordare l’italiano Lukas Kazan, che con la sua presenza ha compensato almeno in parte la mancanza di film realizzati direttamente da Kristen Bjorn in Italia, anche se a ben guardare una quota di porn perfomers italiani nei suoi film non è mai mancata, pur passando generalmente sotto silenzio. Il contributo di Kristen Bjorn all’immaginario omoerotico moderno è stato notevole, precorrendo mode e tendenze – come quella dei musclebear – in tempi non sospetti, ma sicuramente ha ancora molto da dire e le sue aperture alle coproduzioni (come quella appena avvenuta con la Belami) ne sono un buon esempio.

di Valeriano Elfodiluce

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