Cari amici di Gay.it,
vi scrivo per due motivi:
1) Da noto liberale e libertario non ho mai sentito il bisogno di dover dichiarare le mie preferenze sessuali, le mie emozioni e i miei sentimenti. Pur facendo il giornalista, non credo che i media possano essere uno strumento in grado di veicolare con sensibilità e pudore l’identità degli individui.
2) Il titolo che avete fatto in merito al mio litigio con la Rettore si presta ad una interpretazione che tradisce la verità: la signora Rettore non mi ha dato del "culattone" perché ho risposto "no" alla domanda "sei gay?", ma ha pronunciato quell’aggettivo mossa da un isterismo fanatico del tutto gratuito in relazione alle mie riflessioni sull’inutile distinzione tra gay e checche.
Aggiungo:la tv, come è noto, semplifica i concetti e spesso "umilia" perfino il buon senso di chi la fa e di chi la guarda. Purtoppo credo nella libera circolazione delle opinioni, quindi non querelerò la Signora Rettore per le offese ricevute. Invito tutti voi, però, ad avere più comprensione e rispetto nei confronti di chi, come me, in tv, alla radio e sue giornale, ha sempre dato ampio spazio alla comunità omosessuale.
Infine una confidenza: sono un ragazzo libero, ho amato e amo donne e uomini e presto (almeno mi auguro) diventerò papà. Non ho mai amato le definizioni e non intendo, per nessuna ragione al mondo, definire, certificare e quindi semplificare la mia personalità. La comunità omosex si è sempre battuta per la libertà di pensiero, e sono certo che comprenderete le ragioni che mi spingono a chiedervi di avere maggiore pudore nel raccontare la vita privata delle persone.
Non sono gay, non sono etero, non sono bisex, non sono di sinistra, non sono di destra, non sono culattone, non sono giornalista, non sono giovane, non sono niente di tutto questo. Sono Pierluigi e la mia intimità la dono a chi voglio.
Con stima,
Pierluigi Diaco
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chissà se ancora oggi il nostro PIGI non ama "definirsi", nonostante sin dal 2008 (almeno) fosse ben chiaro chi era realmente lo ricordo amabilmente seduto ad un tavolino fuori da un bar di Arbatax - un'estate di tanti anni fa - mentre i suoi amici gay lo chiamavano - sgallettanti - "PIGIIII...!"