La speranza si riaccende ad Avellino, grazie all’associazione “Apple Pie: l’amore merita LGBT+” che ha presentato la campagna Rivoluzione familiare con l’obiettivo di «sensibilizzare l’opinione pubblica, la società civile e la politica sull’urgenza di modificare la legge 184/1983, estendendo la possibilità di adottare a ogni tipo di coppia e a persone single, a prescindere dall’orientamento e dall’identità di genere».
L’iniziativa, promossa a inizio settembre 2021, ha già raccolto il patrocinio di circa 125 realtà sparse sul territorio nazionale. Antonio De Padova, portavoce dell’associazione, spiega che «a garantire lo sviluppo equilibrato e sereno di un bambino non è la provenienza da una cosiddetta ‘famiglia tradizionale’, quella fondata tra persone eterosessuali, ma la qualità della famiglia, qualunque essa sia, e delle relazioni affettive che si generano».
Il diritto ad adottare per coppie LGBTQI+ è già presente nella maggior parte dei paesi UE. Il primo – nell’aprile del 2001 – è stato l’Olanda. La filosofa e femminista italiana Rosi Braidotti, ha scelto da oltre vent’anni di vivere nei Paesi Bassi, al fianco della sua compagna, proprio per la grande attenzione che questo Stato ha verso la nostra comunità. Da sempre apripista e rivoluzionario in materia di diritti: le prime leggi olandesi a favore dei cittadini omosessuali, pur con dei cambi di rotta nel corso della Storia, risalgono all’inizio dell’Ottocento.
Secondo i dati (2020) raccolti per l’Onu da parte di associazioni che si occupano del sostegno e della tutela dei minori, i Paesi Bassi si posizionano al primo posto tra 41 Paesi per il benessere della vita dei bambini, dove l’iItalia è solo al 19esimo. I fattori sono molteplici e all’argomento è stato dedicato un libro che ripercorre tutti gli aspetti che garantiscono un’infanzia serena e sana per gli olandesi. A essere centrale è un ambiente più inclusivo, in cui l’amore, in tutte le sue forme, può essere da esempio e influire positivamente sulla crescita dei bambini.
In Italia, si sa, la strada per raggiungere i diritti fondamentali per tutti i cittadini diventa sempre più tortuosa e l’incremento degli atti di omotransfobia sembra allontanare questo traguardo più che avvicinarlo. La battaglia, pur se decennale, è ferma ai suoi albori. Alcune luci di speranza si intravedono, come quella della sopraccitata associazione “Apple Pie”, ma a che punto è il dibattito pubblico? Quanto realmente riusciamo a creare discussioni prolifiche e sane attorno all’argomento, senza strumentalizzare i bambini e vedere le coppie LGBTQI+ o i single come semplici svuota-orfanotrofi? La discussione è tutta da affrontare, a guadagnarne saremo tutti, almeno in umanità e amore.
Cover photo credit: Rumolay
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