Alfredo Cohen, il ricordo di artista spettacolare e icona gay d’un tempo passato

Alfredo Cohen avrebbe oggi compiuto 78 anni. Un pezzo di storia della comunità LGBT, un artista a 360 gradi. Un'icona da ricordare.

alfredo cohen
Alfredo Cohen, parte della storia LGBT italiano.
2 min. di lettura

Alfredo Cohen è stato un cantante, regista e attore italiano, oltre a uno dei primi attivisti e redattori del F.U.O.R.I!, la prima associazione (e poi rivista) dedicata alla comunità LGBT in Italia. Il suo vero nome era Alfredo D’Aloisio, ma decise di prendere il cognome della madre, sembra come omaggio alla donna.

Nato a Lanciano (provincia di Chieti, in Abruzzo) l’8 ottobre 1942, è morto a Tunisi il 3 dicembre 2014, per cause naturali. Oggi, avrebbe compiuto 78 anni.

Oltre alla sua carriera nel mondo dello spettacolo, Alfredo Cohen è stato uno degli organizzatori della marcia a Sanremo nel 1972 (la Stonewall italiana), quello che si potrebbe definire la prima manifestazione LGBT in Italia, che diede poi vita al movimento gay nel Paese.

L’attivismo di Alfredo Cohen nel campo LGBT e la sua carriera

L’attivismo e la carriera artistica vanno di pari passo nella vita di Alfredo Cohen.

Inizia a interessarsi alla politica e all’attivismo in seguito al suo trasferimento a Torino, intorno agli anni ’60. Qui conosce Angelo Pezzana, a capo in quel tempo del Partito radicale, con cui stringe anche una relazione sentimentale.

Da redattore del F.U.O.R.I. si occupa principalmente della rubrica dedicata alla cultura, essendo lui tra le altre cose anche un poeta, un cantautore e uno scrittore.

Spettacoli all’avanguardia nel locali alternativi

Tra i fondatori del teatro politico omosessuale, porta in scena degli spettacoli mai visti prima, con lo scopo di aprire il dibattito sui temi della lotta contro il moralismo e sessismo, inconcepibili negli anni ’60 e soprattuto ’70. Primo tra tutti, lo spettacolo “Dove vai stasera amico?“, presentato nei locali alternativi del capoluogo piemontese, dove interpreta una varietà di personaggi omosessuali. I suoi spettacoli di cabaret rimangono invece nei ricordi di pochissimi, non essendoci riprese.

I successi musicali

Nel mondo della musica, è noto per l’LP “Come barchette dentro un tram”. Unico nel suo genere,  è il primo dedicato quasi interamente alla tematica gay. Oltre a Cohen, la creazione di quest’album è stata possibile anche grazie a Franco Battiato, in veste di direttore artistico. A differenza di altri artisti, Cohen è il primo a raccontare l’omosessualità orgogliosa e felice, non più dandone un’immagine triste e travagliata, come hanno fatto alcuni cantautori prima e dopo di lui.

Due canzoni da ricordare sono Valery e “Roma“. Scritte nel 1976, “Valery” era dedicata una ragazza transessuale Valérie Taccarelli, un personaggio reale nonché amica di Alfredo Cohen. Una canzone immortale, la migliore dedicata alla comunità Trans i quell’epoca. “Roma” invece parla di Pier Paolo Pasolini e del suo romanzo, “Ragazzi di Vita“.

Le apparizioni al cinema di Alfredo Cohen

Prima di lasciare il mondo dello spettacolo, nel 1980 Alfredo Cohen arriva finalmente al cinema, con il film “Il marchese del Grillo” di Mario Monicelli, dove fece un cameo. 11 anni dopo, ebbe un ruolo nel film Rossini Rossini.
Nel 1992, l’ultima apparizione, in Parenti Serpenti (sempre di Mario Monicelli). Fu lo stesso regista a chiamare Cohen, per la parte di un personaggio omosessuale, Osvaldo la Fendessa.

Lo scrittore, intorno agli anni ’80, è passato dagli spettacoli alternativi alla politica, fino a quando una malattia non lo ha costretto a ritirarsi dalle scene. Trasferitosi a Tunisi, è morto per cause naturali nel dicembre 2014.

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