Il marabù è un uccello che si ciba di cadaveri, simile a una cicogna, apparentemente inoffensivo. Un esemplare in cattività osserva un ragazzo altissimo, mediterraneo, splendido, allo zoo con la sua fidanzata. La stessa soggettiva è ripetuta quando un uomo molto basso, quasi nano, di professione imbalsamatore lo vede finalmente nel suo laboratorio e lo assume come collaboratore. E’ l’inizio di "L’imbalsamatore", un’intrigante e atipica favola nera, un film anomalo nel piatto panorama del cinema italiano contemporaneo tutto buonismo e mossette, convenzionalità e piaggerie. Qui siamo di fronte alla scoperta di un vero autore (Matteo Garrone, romano, propenso altrove verso un cinema semidocumentaristico: ‘Ospiti’, ‘Terra di Mezzo’) che ci fa entrare in un mondo oscuro e ambiguo, tra passioni celate mai espresse e pericolose collusioni con la criminalità mafiosa.
Diego fa il cameriere ma per guadagnare qualcosa in più diventa assistente di Peppino che gli insegna tutti i trucchi su come si impagliano gli animali e poi lo assume a tempo pieno. Anzi, si lega sempre di più a lui: Diego ha bisogno di ospitalità e chiede un letto proprio a Peppino che lo ospita di buon grado. Se lo porta poi con sé in un viaggio a Cremona (senza rivelargli che si tratta di riempire un cadavere di droga) mentre una ragazza vistosamente rifatta, Deborah (Elisabetta Rocchetti) cerca di aprirgli gli occhi e sottrarlo alle ambigue mire dell’imbalsamatore.
Garrone evita le facili trappole del grottesco facendo immergere lo spettatore in una storia di anime perse e sentimenti repressi senza svelare fino all’ultimo le sue carte: l’omosessualità di Peppino (Ernesto Mahieux, attore di sceneggiate napoletane) resta implicita per tutto il film e in una curiosa scena di partouze en travesti Peppino trucca persino Diego da donna. Ma Diego (Valerio Foglia Manzillo, modello napoletano) non è gay, anche se il suo rapporto con Peppino travalica la semplice amicizia.
Efficaci atmosfere da noir denso e misterioso, suspence sul filo della tensione (anche sessuale) complice un vero, tragico fatto di cronaca da cui il film è tratto. ‘L’imbalsamatore’ ha avuto successo alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes dove è stato presentato e in cui il bellissimo Valerio Foglia Manzillo (etero e fidanzato) ha rivelato di avere un altro progetto cinematografico all’orizzonte.
Avevamo bisogno di un film italiano originale e per nulla imbalsamato, a dispetto del titolo: niente stereotipi né cacce al mostro. Ma un disperato amore sotterraneo che ha qualcosa di animalesco. Da fermare nel tempo come la carcassa di una bestia impagliata. Da vedere.
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