AMMINISTRATIVE: I CANDIDATI GLBT

Una trans candidata a sindaco di Verona, una lesbica al consiglio comunale di Lucca, due gay a Genova e Pistoia: ecco i loro programmi

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Domenica e lunedì prossimi si vota in molti comuni e province italiane per rinnovarne le amministrazioni, ma certo è la prima volta che a candidarsi alla carica di sindaco di una città troviamo una donna transessuale. E’ Laurella Arietti appoggiata dalla lista ‘Verona: cambiare si può’ composta da undici omosessuali, tre trans e per il 60% da donne. «La mia candidatura e questa lista – racconta Laurella – nasce da 25 anni di attivismo sul tema dei diritti di cittadinanza e contro le discriminazioni». Anticlericale e antifascista, Laurella ha condotto tutta la sua campagna elettorale facendo incontri e dibattiti, convinta com’è che è dalla cultura che si riparte e non dalla caccia alle poltrone. «Verona è una città con una forte componente fascista e razzista, in cui la chiesa, le banche e l’Opus Dei la fanno da padroni. Ma alla mia candidatura i cittadini hanno reagito con molta simpatia, forse per le lotte che faccio sui diritti di cittadinanza e per la serietà con cui le porto avanti o forse perché alla gente bisogna dare gli strumenti per capire ed essere critici». Inutile dire che la potente curia veronese non ha gradito la candidatura di Laurella che è stata l’unica candidata a sindaco a non essere invitata all’incontro organizzato dai vertici delle chiesa locale. Chiaramente la cosa non la preoccupa affatto e preferisce concentrarsi su quello che c’è ancora da fare. «Ci siamo battuti contro le ordinanze omofobe e transfobe dell’ex sindaco Sieri e continueremo a farlo perché è una vergogna per tutta la città – spiega Laurella -. In oltre nel mio programma ho previsto un assessorato non più alla famiglia, ma alle famiglie e alle diverse affettività e unioni». La campagna elettorale la candidata veronese l’ha terminata con un giorno di anticipo giovedì sera: «Sarebbe già un successo per tutta la comunità GLBT se arrivassimo in consiglio comunale – conclude – perché infondo le lotte di liberazione si iniziano dal basso. Ma se dovessi vincere, bisognerà fare una gigantesca festa in piazza».

Genova, la città di Bagnasco A Genova a rappresentare gli omosessuali ci pensa Francesco Guarnaccia, candidato nella lista Italia dei Valori al consiglio comunale, al consiglio di circoscrizione e a quello provinciale. «Dire di voler rappresentare dei diritti può sembrare quasi eccessivo – spiega Francesco -, ma dopo le polemiche di e contro Bagnasco a Genova sembra che i diritti non siano più tali. Non ci sono spazi, né aiuti finanziari per le nostre iniziative e su questo bisogna battersi». Nessuno può restare escluso dai diritti per il suo orientamento sessuale o il colore della pelleIl candidato genovese non pensa solo agli omosessuali, ma ha intenzione di battersi per i diritti di tutte le realtà in qualche modo marginalizzate. «Vanno difesi i diritti di tutti: degli anziani, dei disabili, dei migranti – racconta – perché nessuno può restare escluso né tanto meno discriminato». Anche la laicità è un punto fondante del programma di Francesco Guarnaccia. «Non ho niente contro la religione – conclude – ma vanno combattuti tutti i fondamentalismi, non solo quello islamico. I preti dovrebbero fare i preti e lasciare la politica al parlamento e ai politici. Se dio esiste, secondo me, non ha molto in simpatia gente come Bagnasco».

Elisa, candidata lesbica a Lucca Dopo avere partecipato alle primarie dell’Unione per la scelta del candidato a sindaco di Lucca, Elisa Del Chierico ha scelto di accettare la proposta di candidatura al consiglio comunale. «Non c’erano riferimenti a lotte contro le discriminazioni di genere nei programmi dei candidati – dice Elisa – e c’è sembrata una mancanza grave, soprattutto in una città come Lucca dove si sono anche verificati casi di violenza contro donne lesbiche».

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La lista è quella di Rifondazione Comunista, ma è una lista particolare. «Abbiamo scelto che non ci fossero capolista e che quindi tutti avessero le stesse possibilità – spiega -. Io per prima sono candidata indipendente e ho incentrato tutta la campagna elettorale sulla trasversalità perché diritti civili e diritti sociali non sono distinguibili». Qualche risultato Elisa lo ha già ottenuto in termini di programma e di apertura di fronti che finora erano rimasti chiusi. «Abbiamo chiesto che fosse inserito in programma un osservatorio sulle diversità sessuali e contro le discriminazioni di genere – chiarisce – e finalmente si è cominciato a parlare di unioni civili. Non dimentichiamo che questo è l’anno delle pari opportunità».

Il fondatore dell’Arcigay a Pistoia A Pistoia corre per un posto in consiglio comunale l’ex presidente e fondatore dell’Arcigay locale, Matteo Marliani. «La mia candidatura con Rifondazione Comunista è la risposta migliore alle dichiarazioni di Fassino che ha fatto sapere che parteciperà al Pride, ma non aderisce alla piattaforma – spiega. – Certo, un consigliere comunale non ha lo stesso peso politico di un deputato o di un ministro, ma l’importante è avere delle rappresentanze visibili». Ad appoggiarlo ci sono, naturalmente, l’Arcigay e l’Arcilesbica e l’associazione Noi Liberi.

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«Proporremo l’istituzione della Famiglia Anagrafica in aggiunta ai registri delle unioni civili – racconta parlando del suo programma – e un osservatorio contro le discriminazioni di genere. Ma la cosa forse più importante è partire da iniziative culturali che coinvolgano la gente». Cultura, laicità e diritti civili sono, dunque il leit motiv di tutti i candidati, ancora pochi, che in qualche modo rappresentano la comunità GLBT italiana. E probabilmente non poteva che essere così dopo il Family Day e prima del prossimo Pride

di Caterina Coppola

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