Ha indubbiamente fatto clamore quanto avvenuto il 4 agosto nel corso della trasmissione Radio2 “Al posto del cuore”, con gli asessuali derisi e insultati in diretta nazionale.
Se le due conduttrici Paola Perego e Laura Campiglio non hanno proferito parola, trincerandosi dietro il più assordante silenzio, a metterci la faccia è stato Marco Salvati, autore del programma che ha così provato a ‘difendersi’.
“Diceva bene Fiorello: non puoi più neanche fare una battuta sui supplì che scopri che c’è un’associazione a difesa del supplì pronta a denunciarti”.
Un cinguettio surreale, in cui non viene neanche lontanamente paventata l’ipotesi delle scuse, preferendo puntare il dito contro la massa rumorosa che brandisce torce e forconi. Se il paragone tra i supplì e degli esseri umani già di suo lascia a desiderare, non si capisce davvero quale ‘sketch’ noi esagitati indignati avremmo fatto fatica a percepire. Tra le tante ‘battute’ pronunciate dalla Perego e dalla Campiglio ricordiamo ‘sono malati, pazzesco’, ‘sono persone strane’ e ‘si estingueranno’, ribadendo infine come questa loro ‘condizione’ sia in realtà una ‘malattia’.
Salvati, evidentemente, trova tutto questo molto comico, facendo persino distinzioni all’interno della comunità LGBT nel replicare ad un utente: ‘Forse lei confonde gli asessuali con gli omosessuali e transessuali, questi sì scherniti, denigrati e privati di diritti fondamentali. Gli asessuali godono degli stessi diritti dei single (mi perdoni il paragone) e non mi pare siano oggetto di denigrazione. Come si fa a denigrare un asessuale? Come lo riconosci in mezzo alla strada? Allora sarei denigrabile anche io che non faccio sesso da un anno! Lei sicuramente non ha ascoltato il programma, come tutti quelli che stanno montando questa inutile polemica‘.
Paola Perego, silente, ha ritwittato il discutibile cinguettio del proprio autore.
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Se sono così irrilevanti ed invisibili, perché sceglierli come soggetto di una trasmissione piena di giudizi gratuiti? Anni fa la Littizzetto fece uno sketch su una donna di non so quale paese che aveva 2 “Iolande” e si dovette scusare con un’italiana che le aveva scritto perché si trovava nella stessa condizione e si era risentita, pur sostenendo che non pensava fosse una cosa così diffusa.