ROMA – Il 30 novembre 2004 il Tribunale penale di Roma ha definitivamente condannato l’editore Fabio Croce per aver alluso nella prefazione del libro “Verbum dei et verbum gay” ad una “relazione particolare” tra il popolare attore Nino Castelnuovo e Giovanni Battista Montini. Secondo la sentenza, l’espressione “Amicizia particolare” andrebbe interpretata come relazione omosessuale e tale affermazione costituirebbe grave offesa, peraltro causa di perdita di lavoro per l’infamia che provoca nell’ambiente di lavoro stesso.
«In nessun paese occidentale – ha commentato Fabio Croce – un tribunale penale, negli ultimi anni, ha espresso tale condanna in relazione a un caso in cui un giornalista alluda all’omosessualità di un personaggio, perché dire omosessuale a una persona non costituisce insulto, come dire ladro, assassino, mafioso, e chi più ne ha più ne metta. Ci chiediamo: da ora in poi la sentenza farà giurisprudenza? E tutti i casi di “outing” che quotidianamente ascoltiamo o leggiamo, in cui si parla di tal ministro o tal prelato, di tal attore o calciatore, sono tutti a rischio di condanna penale e pecuniaria? Allora state tutti molto attenti, perché chiunque fa giornalismo o politica o saggistica rischia grosso in Italia!»
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