Ha ufficialmente preso il via il Festival di Berlino 2022, inaugurato dall’attesissimo Peter Von Kant di François Ozon, in omaggio al leggendario Rainer Werner Fassbinder. In corsa per l’Orso d’Oro c’è un solo titolo italiano, ovvero Leonora addio di Paolo Taviani, ma il cinema nostrano è ampiamente rappresentato nelle altre sezioni.
Se Dario Argento torna in sala con Occhiali Neri, nella sezione Panorama spazio a Calcinculo di Chiara Bellosi, alla sua opera seconda. Protagonista Benedetta (Gaia di Pietro), quindicenne decisamente sovrappeso, la cui vita viene stravolta da Armando, in arte Amanda (Andrea Carpenzano), che la trascinerà nel suo mondo randagio e sregolato. Più che un personaggio transgender, quest’ultimo, si potrebbe/dovrebbe definire non-binario.
Nel mio nome (Into My Name), trailer from Nuovi Paesaggi Urbani on Vimeo.
Nella medesima sezione troviamo Nel Mio Nome di Nicolò Bassetti, prodotto da Elliot Page tutto centrato su Nic, Leo, Andrea e Raff, gruppo di amici molto unito. Nic ha 33 anni, Leo 30, Andrea 25 e Raff 23. Vengono da tutta Italia e si sono trovati e conosciuti in una città accogliente. Hanno intrapreso in momenti diversi le loro transizioni di genere. Giorno dopo giorno affrontano con coraggio le tante difficoltà che un mondo rigidamente binario frappone al loro bisogno e diritto di essere ciò che sono. Conquistare una vita normale e dignitosa è una questione di sopravvivenza. Per farcela servono caparbietà, una pazienza infinita e tanto, tanto senso dell’umorismo. Quattro amici, ognuno con le proprie relazioni affettive, ognuno con la propria solitaria passione salvifica: Nic, sposato con Chiara, esplora luoghi urbani in transizione, dove si sente al sicuro; Leo, fidanzato con Luisa, lavora a un podcast sulla relazione tra identità durante l’infanzia, l’adolescenza e la maturità ; Andrea scrive racconti; Raff, impegnato in una relazione a distanza con Felix, costruisce la sua bicicletta. Tutti e quattro condividono un piccolo grande sogno: fare una vacanza insieme, tra di loro. Un piano di fuga dalla città immutabile dove – come quattro Peter Pan – hanno trovato rifugio e di cui però sono anche prigionieri. E la voglia di prendersi finalmente la propria vita, la propria identità, anche se solo per qualche giorno. Un’idea che rinvigorisce la loro complicità e che finalmente diventa realtà.
Sempre nella sezione Panorama trova spazio Una femmina di Francesco Costabile, liberamente tratto dal libro inchiesta Fimmine ribelli di Lirio Abbate, sulle donne vittime di violenza nella ‘ndrangheta. Anche in questo caso spazio ad un personaggio non binario all’interno della trama. C’è infine il cortometraggio Le variabili indipendenti di Lorenzo Tardella, che racconta la fine dell’infanzia di Pietro e Tommaso, bimbi di 10 anni. Quando finisce l’infanzia? E cosa significa veramente l’intimità? Pietro e Tommaso sono alle porte dell’adolescenza. Si conoscono nel palchetto di un teatro, mentre le note di Vivaldi risuonano intorno a loro. È un primo bacio. È forse qualcos’altro? Quello stesso pomeriggio, circondati dal silenzio delle pareti di casa, cercheranno di scoprirlo.
Una cinematografia nazionale che si fa quindi finalmente sempre più inclusiva, dando spazio a visibilità fino ad oggi taciute, con storie ed esistenze volutamente mai raccontate. A guidare il Festival di Berlino, lo ricordiamo, c’è l’italiano Carlo Chatrian, 50enne torinese ex direttore artistico del Locarno Festival.
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