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BibbiDeg: “Vi racconto la dura vita di un influencer”

“Una regola per chi utilizza i social è che se ci sono degli ‘haters’ si sta facendo un buon lavoro.” Fermi tutti: parla BibbiDeg

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5 min. di lettura

C’è chi condanna chi ha una doppia vita e chi, come Fabrizio alias @BibbiDeg, ne fa una fortuna. Di giorno direttore e patologo clinico, di notte (si fa per dire) star dei social. Seicentomila follower su Instagram, senza contare Facebook, Twitter, OnlyFans e il profilo del marito che, solo su IG, supera i duecentoquaranta mila seguaci. Amante degli animali, dei viaggi e del fitness, Fabrizio ci porta nel backstage di un mondo fatto di like, engagement, repost, pregiudizi e strane richieste, portando all’attenzione che oltre ad una foto, c’è di più.

Su Instagram supera i seicentomila follower. Quanto contano i numeri nella sua vita?

Meno di quel che si può pensare. Instagram è un hobby e voglio che rimanga tale, anche se poi per le aziende che mi contattano i numeri contano parecchio. Ho creato questo profilo nel 2013, dopo un consiglio di un amico e con astuzia e foto di qualità ho notato subito un notevole incremento di follower.

Quanto si guadagna ad essere delle star del web come lei? 

Con Instagram e i programmi associati riesco benissimo ad ottenere lo stipendio mensile di un lavoratore di fascia medio alta, ma non vorrei entrare nel dettaglio. Non mi sembra carino parlare di soldi.

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Essere un influencer comporta delle responsabilità? 

Le vere responsabilità sono nella vita reale e non sui social! Chi mi segue sa che @bibbideg è un personaggio libero da pregiudizi, preconcetti e che non ha paura di mostrarsi per quello che è. L’unica responsabilità che ho è quella di rispondere, nel modo più corretto, a tutti quegli adolescenti che hanno paura di dichiararsi alla propria famiglia o che vengono bullizzati dai coetanei.

Si è mai chiesto del perché un individuo decida di seguirla? 

Il mio pubblico, per la maggior parte maschile, mi segue per diverse ragioni: c’è chi lo fa per vedermi come ‘mamma m’ha fatto’ e chi perché condivide le mie stesse passioni. Non ha idea di quanti commenti ricevo, sia in pubblico che in privato, per avere informazioni sui posti che visito e per consigli alimentari.

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Perché tutta questa esigenza di farsi vedere ‘come mamma l’ha fatto’?

È un’esigenza che hanno avuto i miei follower. Quando creai il profilo, notai subito che più mi spogliavo e più cresceva l’attenzione. Da lì, pian piano, spogliarsi è diventato obbligatorio.

Ora è anche approdato su OnlyFans, un nuovo social dedicato a tutti quei follower disposti a pagare per vedere una sua foto. Senza retorica, ma come giudica chi paga per vederla? 

Mi dispiace deluderla, ma io non giudico nessuno. OnlyFans è la nuova frontiera del porno. Lì si può pubblicare davvero di tutto: dalle foto più sexy, a dei veri e propri filmati amatoriali. Io mi limito a pubblicare quelle foto un po’ più hot che, altrove, verrebbero immediatamente segnalate, ma non faccio nudi integrali.

Piuttosto, la sua famiglia come giudica lei, quelle foto e questo strano successo?

La mia famiglia mi ha sempre appoggiato senza farsi troppe domande.

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Qualcuno l’ha mai erroneamente associata al mondo del porno o della prostituzione?

Credo che la maggior parte dei miei follower mi associ al mondo del porno, ma sono consapevole che è il rischio che incorro postando certe foto. 

Qual è il messaggio più strano che le è arrivato?

Mi arriva di tutto: dalle proposte per fare l’attore di film porno gay, alle proposte indecenti come nel film di Demi Moore. 

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Lei oltre ad essere una star del web, di cosa si occupa?

Quando la mattina alle sei suona la sveglia, mi alzo io e non @bibbideg. Sono un patologo clinico, e lavoro sia in una importante clinica privata, che in due laboratori di analisi cliniche dei quali sono anche il direttore. Inoltre sono nutrizionista ed eseguo visite private in studio.

E certe foto non rischiano di intaccare lei e la sua professionalità?

La professionalità si nota sull’ambiente di lavoro, durante l’interazione con il paziente e con gli altri colleghi di lavoro e non davanti una foto caricata su un social.

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Esporsi in un determinato modo, comporterà sicuramente anche dei pregiudizi. La feriscono certe critiche? 

Una regola per chi utilizza i social è che se ci sono degli ‘haters’ si sta facendo un buon lavoro. Regole a parte, mi sono fatto una sorta di corazza; le uniche critiche che mi feriscono sono quelle fatte alle persone che amo.

Quello che in molti non sanno è che uno dei ragazzi che appare spesso nelle sue foto è suo marito. Guardando quello che pubblicate sui vostri profili il primo pensiero è che non siete gelosi, o sbaglio?

E di cosa dovrei essere geloso? Stiamo insieme da oltre 11 anni, mi fido di lui e lo amo alla follia. La gelosia non è mai stato un sentimento che ha avuto un ruolo importante nella nostra storia, figuriamoci sui social.

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@BibbiDeg e @GiandiDeg nel loro giorno più bello

Lei vanta un fisico invidiabile. Non pensa che questa ricerca spasmodica della perfezione possa essere nociva per lei e per chi la segue? 

Siamo tutti sommersi di messaggi negativi e non credo di essere io, col mio fisico, a creare ‘disturbi’ alla gente che mi segue, anzi. Come mi sono impegnato io, per ottenere certi risultati, possono farlo davvero tutti e, se vogliamo, posso essere anche un esempio.

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A proposito di emulazione, cosa pensa di tutti gli aspiranti influencer che comprano regolarmente follower e seguaci?

È una spesa inutile. I follower comprati si riconoscono e rendono l’account non coerente. Un account con 20 mila follower e 10 like a foto, non è credibile. E poi, in tutta sincerità, è una scelta rischiosa perché soggetta a rischio chiusura dell’account.

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