C’è chi condanna chi ha una doppia vita e chi, come Fabrizio alias @BibbiDeg, ne fa una fortuna. Di giorno direttore e patologo clinico, di notte (si fa per dire) star dei social. Seicentomila follower su Instagram, senza contare Facebook, Twitter, OnlyFans e il profilo del marito che, solo su IG, supera i duecentoquaranta mila seguaci. Amante degli animali, dei viaggi e del fitness, Fabrizio ci porta nel backstage di un mondo fatto di like, engagement, repost, pregiudizi e strane richieste, portando all’attenzione che oltre ad una foto, c’è di più.
Su Instagram supera i seicentomila follower. Quanto contano i numeri nella sua vita?
Meno di quel che si può pensare. Instagram è un hobby e voglio che rimanga tale, anche se poi per le aziende che mi contattano i numeri contano parecchio. Ho creato questo profilo nel 2013, dopo un consiglio di un amico e con astuzia e foto di qualità ho notato subito un notevole incremento di follower.
Quanto si guadagna ad essere delle star del web come lei?
Con Instagram e i programmi associati riesco benissimo ad ottenere lo stipendio mensile di un lavoratore di fascia medio alta, ma non vorrei entrare nel dettaglio. Non mi sembra carino parlare di soldi.
Essere un influencer comporta delle responsabilità?
Le vere responsabilità sono nella vita reale e non sui social! Chi mi segue sa che @bibbideg è un personaggio libero da pregiudizi, preconcetti e che non ha paura di mostrarsi per quello che è. L’unica responsabilità che ho è quella di rispondere, nel modo più corretto, a tutti quegli adolescenti che hanno paura di dichiararsi alla propria famiglia o che vengono bullizzati dai coetanei.
Si è mai chiesto del perché un individuo decida di seguirla?
Il mio pubblico, per la maggior parte maschile, mi segue per diverse ragioni: c’è chi lo fa per vedermi come ‘mamma m’ha fatto’ e chi perché condivide le mie stesse passioni. Non ha idea di quanti commenti ricevo, sia in pubblico che in privato, per avere informazioni sui posti che visito e per consigli alimentari.
Perché tutta questa esigenza di farsi vedere ‘come mamma l’ha fatto’?
È un’esigenza che hanno avuto i miei follower. Quando creai il profilo, notai subito che più mi spogliavo e più cresceva l’attenzione. Da lì, pian piano, spogliarsi è diventato obbligatorio.
Ora è anche approdato su OnlyFans, un nuovo social dedicato a tutti quei follower disposti a pagare per vedere una sua foto. Senza retorica, ma come giudica chi paga per vederla?
Mi dispiace deluderla, ma io non giudico nessuno. OnlyFans è la nuova frontiera del porno. Lì si può pubblicare davvero di tutto: dalle foto più sexy, a dei veri e propri filmati amatoriali. Io mi limito a pubblicare quelle foto un po’ più hot che, altrove, verrebbero immediatamente segnalate, ma non faccio nudi integrali.
Piuttosto, la sua famiglia come giudica lei, quelle foto e questo strano successo?
La mia famiglia mi ha sempre appoggiato senza farsi troppe domande.
Qualcuno l’ha mai erroneamente associata al mondo del porno o della prostituzione?
Credo che la maggior parte dei miei follower mi associ al mondo del porno, ma sono consapevole che è il rischio che incorro postando certe foto.
Qual è il messaggio più strano che le è arrivato?
Mi arriva di tutto: dalle proposte per fare l’attore di film porno gay, alle proposte indecenti come nel film di Demi Moore.
Lei oltre ad essere una star del web, di cosa si occupa?
Quando la mattina alle sei suona la sveglia, mi alzo io e non @bibbideg. Sono un patologo clinico, e lavoro sia in una importante clinica privata, che in due laboratori di analisi cliniche dei quali sono anche il direttore. Inoltre sono nutrizionista ed eseguo visite private in studio.
E certe foto non rischiano di intaccare lei e la sua professionalità?
La professionalità si nota sull’ambiente di lavoro, durante l’interazione con il paziente e con gli altri colleghi di lavoro e non davanti una foto caricata su un social.
Esporsi in un determinato modo, comporterà sicuramente anche dei pregiudizi. La feriscono certe critiche?
Una regola per chi utilizza i social è che se ci sono degli ‘haters’ si sta facendo un buon lavoro. Regole a parte, mi sono fatto una sorta di corazza; le uniche critiche che mi feriscono sono quelle fatte alle persone che amo.
Quello che in molti non sanno è che uno dei ragazzi che appare spesso nelle sue foto è suo marito. Guardando quello che pubblicate sui vostri profili il primo pensiero è che non siete gelosi, o sbaglio?
E di cosa dovrei essere geloso? Stiamo insieme da oltre 11 anni, mi fido di lui e lo amo alla follia. La gelosia non è mai stato un sentimento che ha avuto un ruolo importante nella nostra storia, figuriamoci sui social.
Lei vanta un fisico invidiabile. Non pensa che questa ricerca spasmodica della perfezione possa essere nociva per lei e per chi la segue?
Siamo tutti sommersi di messaggi negativi e non credo di essere io, col mio fisico, a creare ‘disturbi’ alla gente che mi segue, anzi. Come mi sono impegnato io, per ottenere certi risultati, possono farlo davvero tutti e, se vogliamo, posso essere anche un esempio.
A proposito di emulazione, cosa pensa di tutti gli aspiranti influencer che comprano regolarmente follower e seguaci?
È una spesa inutile. I follower comprati si riconoscono e rendono l’account non coerente. Un account con 20 mila follower e 10 like a foto, non è credibile. E poi, in tutta sincerità, è una scelta rischiosa perché soggetta a rischio chiusura dell’account.