Si sta concludendo con successo la sesta edizione del BigFF, il Bari International Gender Film Festival, per la prima volta interamente online sulla piattaforma MYmovies.it.
«Quello che presentiamo attraverso la selezione cinema e performances – spiegano i direttori artistici Tita Tumillo e Miki Gorizia -, seppur adattata alle circostanze e più concentrata rispetto alle inziali previsioni, è già una sintesi di un mondo “altro”, di un altro pianeta: storie e personaggi che compongono già un nuovo mondo, che si buttano alle spalle l’obsoleto, che lo combattono ostinatamente, per il diritto ad esistere meravigliosamente e vivere con gioia, liberamente, in una rinnovata comunione con il cosmo».
Anche quest’anno il festival ha intercettato la stringente attualità di alcuni temi, traducendoli in programmazione, con lo scopo di indagare nel profondo la contemporaneità. Ecco perché il BIG Film Festival vuole quest’anno analizzare il «Pianeta» in cui viviamo, intravedendo nelle diverse geografie di esso una possibilità di confronto e dialogo. Da qui la scelta di programmare film di diversa provenienza, riguardanti le differenti realtà sociopolitiche esistenti al mondo, focalizzando l’attenzione dello spettatore alla sensibilizzazione e al rispetto delle diversità sessuali, etniche e sociali.
Il «Pianeta» BIG vuole accendere anche un faro sui temi dell’emergenza e della cura, per fare in modo che le tematiche sul rispetto delle differenze possano estendersi senza confini, oltre i concetti della sessualità e dell’identità. Divenendo «intersezionali» con i temi della biodiversità, dell’ecologia, della salvaguardia ambientale e animale, della solidarietà umana, della decolonizzazione dei saperi, della discriminazione etnica, dell’immigrazione, dell’accesso alle cure. A tal proposito il festival ha lanciato quest’anno anche il suo grido d’allarme, attivando una campagna di crowdfunding e chiedendo a chiunque di sostenere e salvare il #PianetaBIG (all’indirizzo Internet sostieni.link/26630).
Molto interessante la programmazione cinematografica: abbiamo potuto vedere l’intenso doc vincitore del Teddy Award Si c’était de l’amour (Se fosse amore) di Patrick Chiha sulla realizzazione dello spettacolo di danza contemporanea Crowd della coreografa francese Gisèle Vienne, in tour nel mondo da ben tre anni. In programma anche l’intelligente Futur Drei/No hard feelings di Faraz Shariat (anch’esso vincitore del Teddy Award all’ultima Berlinale), storia quasi autobiografica di integrazione da parte di una seconda generazione di immigrati rifugiati in Germania.
Ampia scelta anche tra i doc: Il caso Braibanti di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese riporta l’attenzione sulla figura di Aldo Braibanti, intellettuale accusato di plagio nel 1968. Un autore mai banale come Sébastien Lifshitz ha presentato Petite fille, delicato racconto della vita di Sasha che a soli sette anni è convinto di essere una bambina. Interessante anche il minifocus sulla Turchia (segnaliamo il significativo corto Ayrik Otu/Erba selvatica di Dogus Minsin sugli abusi ai danni di una transessuale) in collaborazione con il Queer Fest Pink Life di Ankara e Istanbul, festival itinerante di cinema queer turco proibito da tre anni dal governo di Erdogan.
Il 12 dicembre, infine, nell’ultima giornata del BIG 2020, sui canali social del festival, ci sarà spazio per due video lecture: Urban Spray Lexicon di Ateliersi, seguita da Langelo di Alessandra Cristiani. In conclusione il Dj Set Queerfa in Da Mix firmato da KILFA.
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