La pornografia gay, a differenza di quella eterosessuale, assolve a due funzioni supplementari decisamente importanti per i suoi spettatori. In primo luogo permette loro di confrontarsi con la propria sessualità (cosa che l’eterosessuale può fare molto più facilmente sin dall’adolescenza, e senza bisogno della pornografia), e in secondo luogo li aiuta ad accettare e ad esplorare i propri desideri (che altrimenti rischierebbero di rimanere qualcosa di astratto e avvolto dalle incertezze).
Inoltre, volendo essere più pratici, la pornografia gay, quando è realizzata in maniera seria e professionale, permette di prendere dimestichezza col sesso sicuro e con una serie di tecniche che rendono la sperimentazione sul campo più sciolta e gratificante. Non stupisce, quindi, che i gay porn performers nel corso degli anni siano diventati degli idoli e degli esempi per la comunità gay, e che – perlomeno laddove la comunità gay riconosce alla pornografia un ruolo formativo e determinante nello sviluppo della cosiddetta "cultura gay" – l’editoria dedichi uno spazio ben preciso ai protagonisti dell’hard. Attenzione però: non stiamo parlando dell’editoria specificamente pornografica, ma dell’editoria gay in senso lato, che ai protagonisti dell’hard – perlomeno negli USA – dedica un vero e proprio settore nelle librerie con diverse biografie e autobiografie.
Si tratta di un fenomeno curioso, che non ha alcun corrispettivo nel nostro paese e che pone i protagonisti del porno gay sullo stesso piano degli attori mainstream. In realtà qualcosa di simile avviene anche nel caso di pornoattori e pornoattrici etero, ma in proporzione si tratta di un fenomeno molto limitato e che comunque nel nostro paese ha prodotto pochissimi libri, e tutti su personaggi che erano diventati vere e proprie icone popolari nel senso più ampio del termine (come nel caso di Rocco Siffredi e Cicciolina).
Le biografie dei performers gay, che invece hanno un costante successo negli USA, sono incentrate su personaggi la cui popolarità, nella maggior parte dei casi, non è mai andata oltre la comunità gay. La cosa interessante che emerge leggendo queste biografie è che le storie e le esperienze di vita dei protagonisti riflettono perfettamente le luci e le ombre del contesto gay in cui hanno vissuto.
Così, leggendo la biografia di Casey Donovan (il primo vero attore specializzato in hard gay, che debutto nel 1972) si può intuire come in quel periodo fosse difficile affermare la legittimità del desiderio omoerotico attraverso modelli virili e una vita normalissima. Allo stesso modo, leggendo le pagine che riguardano Al Parker (indimenticato divo dei primi anni 80), si può ripercorrere la tragica ascesa dell’AIDS. Leggendo di Joey Stefano si può intuire la disperazione e il senso di vuoto che iniziava a diffondersi in un mondo gay autoreferenziale e incapace dare riferimenti sani e concreti nei primi anni 90. Si può partecipare all’ossessione per il sesso di Rick Van, che a cavallo del 2000 a vissuto la sessualità gay in maniera edonistica fino all’estremo, oppure ai momenti di disperazione di Jon Vincent e Aiden Shaw, che hanno avuto parentesi di tossicodipendenza (dovuti alla loro incapacità di accettarsi e volersi bene).
In compenso, le ultime biografie più o meno ufficiali di Michael Lucas, Peter Flinsh e Bobby Blake (icona del genere black) sembrano proporre una visione meno pessimistica e più aperta sulle possibilità che offre la vita, anche quando si vive la propria omosessualità in maniera piena e consapevole.
Nel caso ci fosse bisogno di dirlo, tutto questo materiale è del tutto inedito in Italia e molto difficilmente potrà avere una traduzione nella nostra lingua. Forse affermare che la pornografia gay rappresenta un risvolto fondamentale nella storia della comunità omosessuale è eccessivo, ma è innegabile che ne faccia parte a tutti gli effetti, con i suoi protagonisti e le loro vite spesso non dissimili a quelle dei loro numerosi ammiratori.
di Valeriano Elfodiluce