Una settimana tra MDNA, "Lagna dei gay", il posto fisso che non c’è più così come le mezze stagioni e la neve che ha sepolto la mia vita sociale almeno fino all’inizio del prossimo Festivalbar, mi avevano quasi fatto dimenticare L’isola dei famosi "LGBT edition". Mai sia. Dopo la triste performance della settimana scorsa, mi aspettavo un naufragio degno della Concordia con qualcuno che a fine puntata sarebbe andato dalla Simo a gridare "Torna a bordo, cazzo!" E invece, EPIC WIN: il mio trashmometro è impazzito talmente tanto che se questa puntata non ha fatto almeno il 70% di share c’è qualcosa di truccato. Ma andiamo con ordine.

Il Mago Otelma apre le danze cadendo dall’amaca. Eletto già a furor di popolo come la nuova Brigliadori ha una cotta quasi adolescenziale per il buon Rossano che tenta di concupire con un massaggio ayuredico (testuali parole) per "svelare il serpente che ha dentro". Subito viene sfidato a singolar tenzone dall’Orso Paone, sempre più simile all’ex ministro Rotondi, perdendo di brutto.

Flavia Vento è stata la seconda protagonista della serata. Discussione con la Valeriona.
– Flavia: "Sono distrutta dai mosquitos… io ci lavoro con la mia faccia"
– Valeriona: "Ah sì, che lavoro fai?"
Top. Ovviamente lei e le sue mutande color vomito minacciano già di ritirarsi. Per calmarla viene mandata sull’altra Isola. Secondo me è la talpa. Leave Flavia Aloooneee. Frase cult: "Steve Jobs quando diceva ‘siate affamati, siate folli’ pensava a Flavia Vento."

L’eliminazione dà un tragico responso: le tette finte di Arianna David, che è durata quanto un gatto in tangenziale (Simo copyright), devono lasciare l’Isola o meglio spostarsi nell’Isola degli Eletti dove nel frattempo Ivano-Rossano Rubicondi sta tirando su un pappone per andarsene. Nemmeno Gianna Orru Marini e la sua piega malfatta in testa riescono a convincerlo e lui è il primo ritirato dell’isola. Altro momento cult: la Agosti–chi, una delle tre inutili opinioniste (aridatece Giurato), rimbrotta Ivano-Rossano per essersi ritirato dicendo che "così non si rispettano i lavoratori dell’Isola". La Agosti in versione sindacalista, novella Camusso, mi mancava.

Parte un filmato. La cocorita Malgi definisce Apicella "uno senza arte né parte", quello lo vede e risponde con un originalissimo "Ma tu sì ricchion’". Come torna la linea allo studio, Vladimir, sempre più somigliante alla zia ricca di fantozzi, prende giustamente una posizione sulla questione. Ora, le parole sono tutte giuste, la sessualità non deve essere usata per insultare o stigmatizzare. Tutto ciò mia cara Vladimir, novella Lady Gaga di Puglia, è giustissimo. Però ora alle parole bisogna aggiungere i fatti. Non è che si può fare sempre la predichella e poi passare oltre. Se un personaggio pubblico bestemmia, stai sicuro che la tv di stato e non, non lo vedrà mai più nemmeno dipinto. Perché dando del "ricchione" in modo così volgare, semplicistico, osceno, non dovrebbe accadere la stessa cosa? Quell’omuncolo di Apicella (e tutto il mondo che si porta appresso) deve levarsi dalle balle, senza se e senza ma. Punto.

E questo è solo l’inizio: da lì parte la brocca alla chiunque. Apicella insulta Den Harrow, Otelma dà del tricheco alla Marini, Malgioglio e Den preparano baracca e burattini minacciando di andarsene (forse lo faranno davvero) invocando lo spirito di Simona "che non avrebbe mai permesso un trattamento del genere" e della sua conduzione. Bagarre finale. Studio ammutolito e la Marini che chiede candidamente chi sono i nominati della puntata (per la cronaca Paone, scomparso nel momento in cui c’era la battaglia pro e contro ricchione, Den Harrow e la stessa valeriona nominata dal biondissimo Enzo Paolo Russo che sembra Justin Bieber ossigenato).

Chioserei facendo un po’ il sociologo di ‘sticazzi e citando l’esimio Aldo Grasso  "Certo, leggendolo come un film dell’orrore, ci si diverte anche. La nostra tv è costruita apposta per spacciare qualsiasi orrore per divertimento. Stabilita questa diagnosi, si procede in allegria. L’unica speranza è che gli inserzionisti pubblicitari coprano le spese, perché pensare che un solo euro del canone finisca in un simile baraccone fa venire i brividi."