“Il futuro non si eredita, si costruisce”: con questa frase la ministra Maria Elena Boschi è tornata al Padova Pride Village per festeggiare l’approvazione della legge sulle unioni civili e parlare di referendum costituzionale.
Accolta dal patron della manifestazione, il deputato Alessandro Zan, quello della ministra Boschi è stato un ritorno importante, per festeggiare l’approvazione del ddl Cirinnà, proprio in una delle ultime città italiane dove ancora il sindaco si diverte con mezzucci e ostracismi quasi infantili per ostacolare l’applicazione della legge, costringendo finora già cinque coppie padovane a celebrare la loro unione nei comuni limitrofi. Una situazione che è stata denunciata, finora con scarsi risultati, dalle associazioni LGBT padovane e contestata pubblicamente dall’onorevole Zan, il quale ha parlato dell’importanza di una legge che riconosca a livello sociale ogni tipo di legame e ogni tipo di progetto di vita.
Il ministro, ricordando come il governo abbia messo la faccia impegnandosi in un provvedimento osteggiato apertamente da una parte importante della società italiana, ha ricordato che ogni sì celebrato davanti alle istituzioni è un aumento dei diritti di tutti. Un sì che vale per le unioni civili come – effetto speciale della retorica della ministra – per l’imminente referendum costituzionale, sul quale Boschi si impegna personalmente da settimane, portando avanti un suo personale tour in giro per l’Italia per spiegare le modifiche costituzionali e soprattutto far superare quella paura al cambiamento che paralizza da tempo il paese.
In realtà la Boschi sta solo riscuotendo l'obolo della comunità lgbt per l'approvazione della legge Cirinnà... Ora la legge, bella o brutta che sia, ce l'avete e ora dovete votare si al referendum. NO al referendum... for ever.