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Boston Etero Pride: Netflix ordina la rimozione del loro nome dalla lista degli sponsor

“L’Etero pride riguarda l’odio, non l’orgoglio”, ha spiegato la piattaforma di streaming.

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2 min. di lettura

Gli organizzatori dell’Etero Pride previsto a Boston il 31 agosto si sentivano già l’appoggio di Netflix in tasca. Purtroppo non era così. Infatti, la piattaforma ha ordinato di rimuovere il logo dalla lista dei potenziali sponsor, apparso nel loro sito internet. Ma l’associazione Super Happy Fun America, organizzatrice della parata etero e promotrice di un movimento che intende difendere i diritti degli eterosessuali, non è nuova a fatti del genere. 

A giugno, il gruppo aveva annunciato la presenza di Chris Evans, senza però che l’attore ne sapesse nulla. Per tutta risposta, aveva scritto un tagliente messaggio su Twitter, diventato poi virale. Stessa cosa con Brad Pitt, il quale voleva intraprendere un’azione legale se non avessero eliminato dal sito le sue foto e la notizia della sua adesione all’etero pride (mai data).

La risposta di Netflix all’Etero Pride

Anche Netflix non ha gradito e ha già contattato gli avvocati. In una mail inviata agli organizzatori, ha scritto che inserire tra gli sponsor il marchio è un fatto “grave e profondamente offensivo“, e parla di “disinformazione ingannevole“. La società ha dato 24 ore di tempo per eliminare la sponsorizzazione. E le tempistiche sono state rispettate, prima di finire in tribunale.

“Netflix non ha nulla a che fare con l’organizzazione o l’evento. Anzi, sta pensando che (gli organizzatori, ndr) hanno il ​​bisogno di mentire per ottenere legittimità.
Non solo Netflix era furiosa. Gli stessi organizzatori della parata hanno avuto il coraggio di fare del vittimismo.
Siamo sconvolti dall’e-mail odiosa e bigotta rilasciata da Netflix. Con le loro dichiarazioni altamente irresponsabili dimostrano efficacemente la seria necessità del nostro movimento per i diritti civili. Credevamo che avrebbero colto l’occasione per essere coinvolti … sembra che il loro dipartimento legale fosse gestito da suprematisti gay. 
Ma a quanto pare, la piattaforma di streaming è solo l’ultima che ha rifiutato l’invito. Moltissimi prestigiosi e famosi marchi hanno detto no all’appoggio. Gli attivisti etero hanno invece dimostrato quello che sono veramente: dei semplici bigotti che con la loro parata non vogliono fare altro che ridicolizzare i pride della comunità LGBT. 
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