Sono ben diciannove i film in competizione per la Queer Palm organizzata da Frank-Finance Madureira, il tradizionale premio lgbt del 72esimo Festival di Cannes che ieri ha alzato il sipario sulla Croisette.
Sappiamo che nell’elenco spesso finiscono titoli in cui l’omosessualità è secondaria, ma tant’è: i candidati sono Dolor y Gloria di Pedro Almodovar (grande favorito, uscirà in Italia per Warner Bros in contemporanea col festival il 17 maggio); Roubaix, une lumière di Arnaud Desplechin; Matthias et Maxime di Xavier Dolan (altro pezzo da novanta, storia d’amore gay tra ventenni); Bacurau di Kleber Mendonça Filho et Juliano Dornelles; Frankie di Ira Sachs; Portrait de la jeune fille en feu di Céline Sciamma; Rocketman di Dexter Fletcher (non è ancora sicura la partecipazione di Elton John alla Montée des Marches); Lux Aeterna di Gaspar Noé; 5B di Dan Krauss; Beanpole di Kantemir Balagov; Port Authority di Danielle Lessovitz; Liberté di Albert Serra; Adam di Maryam Touzani; Nina We di Medi Z; And Then We Danced di Levan Akin; Zombi Child di Bertrand Bonello; Tlamess di Ala Eddine Slim (questi ultimi tre film sono nella sezione laterale della Quinzaine des Réalisateurs); Tu mérites un amour di Hafsia Herzi; Indianara di Aude Chevalier-Beaumel e Marcello Barbosa.
Sono stati selezionati anche cinque cortometraggi: La distance entre le ciel et nous di Vasilis Kekatos; Jeremiah di Kenya Gillespie (presentato alla Cinéfondation); l’impronunciabile Slozhnopodchinennoe di Olesya Yakovleva; Grand Bouquet di Nao Yoshigai e Journey through a body di Camille Degeye (in cartellone alla Semaine de la Critique).
La madrina di quest’edizione sarà la raffinata attrice francese Virginie Ledoyen.