Cantalice è un comune italiano di 2.428 abitanti della provincia di Rieti, nel Lazio, da ieri al centro della cronaca nazionale per una nota diffusa da Paolo Dionisi, consigliere comunale di Cantalice di Destra Sociale-Fratelli d’Italia. Tutta colpa, si fa per dire, di una piazza con gli scalini rainbow voluta dal Pd per la Festa dell’Unità. A detta di Dionisi, quei colori dell’arcobaleno inneggerebbero alla comunità LGBTQIA+.
“È divisiva, faremo togliere quei colori dagli scalini“, ha tuonato il consigliere di FDI. “Una piazza arcobaleno, qualcuno sussurra che sia molto ben vista dalla comunità omosessuale. La Festa dell’Unità è alle spalle, così come l’inaugurazione della piazza Anfiteatro al Bivio di Cantalice, per l’occasione vestita a festa, colorata nei suoi scalini con tinte multicolore tipiche della bandiera della pace, vessillo amato dalle rappresentanze omosessuali. Si tratta di un’oscenità, per lo più divisiva, altro che Unità”, ha insistito Dionisi, che ha poi precisato.
“Non ho nulla contro la comunità omosessuale. Comunità tra l’altro praticamente assente in questo paese, ma le tinte date per l’occasione della festa del Partito Democratico è un qualcosa di inopportuno, che sta facendo discutere, dividendo la popolazione. Perché dare un significato così forte in un paesello così piccolo? Non tutti si sentono rappresentati, ma tutti pagano le tasse. Magari stanno chiedendo venia per questioni annose riguardanti. In molti, soprattutto i simpatizzanti della destra hanno visto inoltre l’effettiva inaugurazione della nuova piazzetta, alle porte del paese, sulla strada che congiunge a Poggio Bustone, come un momento di esclusione”, ha continuato il consigliere meloniano. “Mi hanno detto che l’inaugurazione di uno spazio pubblico non può essere relegato a una nicchia. Persone non sono andate perché non volevano partecipare alla festa di un partito non loro, mancando così all’effettiva apertura della piazza, recentemente sistemata. Si tratta di una porcheria, ancor di più perché riguarda una piazza che da più di venti anni non vede la luce ed è stata ultimata, di fatto non ultimandola ma tagliando i lavori finali. Qualcuno già dice che i colori verranno rimossi, ma non tutti ne sono sicuri. Per questo Paolo Dionisi, Claudio Miccadei e consiglieri di minoranza, faranno da cani da guardia a questo scempio inviso da ampi strati della popolazione”.
Parole di una violenza inaudita, e clamorosamente gratuita, che hanno suscitato l’inevitabile sdegno e le immancabili reazioni politiche. “Fratelli d’Italia risolve così la questione dei diritti delle persone lgbtqia+: non ci si deve occupare di queste “porcherie” semplicemente perché “qui” non esistono“, ha cinguettato Alessandro Zan. “L’ossessione della destra sta degenerando in follia, lo stesso negazionismo vissuto nel nostro passato più buio“.
Immediata anche la replica di Arci Rieti.
“Ci chiediamo cosa abbia spinto il consigliere Dionisi a definire Cantalice un ‘paesello‘. Sembrerebbe che voglia relegarlo ad una dimensione provinciale e bucolica, lontana dalla mondanità dei Pride, quelle cosacce che si vedono solo nelle grandi città, possedute dal demonio! Forse il consigliere si è perso il passaggio al XXI secolo, sapete, il metaverso ed altre amenità”. “Sarebbe interessante inoltre sapere a quale statistica ufficiale abbia attinto il dato che a Cantalice non ci sono gay. Stiamo cercando dati ovunque ma noi dell’Arci non riusciamo a trovarli. Noi in quella piazza ci siamo stati domenica scorsa, a parlare di diritti. Il diritto, altro sconosciuto al consigliere Dionisi. Caro consigliere, a nessuno interessa, onestamente, se lei abbia qualcosa o no contro la comunità LGBT+. Ci interessa invece che i diritti della comunità LGBT+ vengano tutelati e promossi perché, si tenga forte, i gay ci sono anche a Cantalice! Prossimamente attiveremo una formazione specifica, nell’ambito del progetto Germoglio, finanziato dalla Regione Lazio per tutelare le vittime di violenza e discriminazione in base all’identità di genere e l’orientamento sessuale, sul significato delle parole. La inviteremo a partecipare, le farebbe sicuramente bene! Perché le parole possono creare violenza!”, ha concluso Arci.
A Dionisi ha così risposto anche Domenico di Cesare, presidente di Arcigay Rieti LGBT+.
“La comunità LGBT+ (la cui bandiera non è uguale a quella della pace!) ama, ovviamente, tutto ciò che rappresenta la pace, in piena sintonia con quanto d’altronde sancito anche dalla Costituzione Italiana (Art. 11: «L’Italia ripudia la guerra […] come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente […] alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni»), testo che dovrebbe fungere da costante faro nel giudizio e nell’operato di chi fa politica. Leggo quindi con piacere che un amministratore pubblico del Comune di Cantalice avverte il bisogno di fare sapere di non avere nulla contro la comunità omosessuale locale (excusatio non petita, accusatio manifesta?) che, sostiene (non si sa bene in base a quali dati scientificamente affidabili) essere assente (da Cantalice). Qualora comunque l’amministratore di Cantalice, non eccessivamente esperto in bandiere, sia punto da vaghezza di vedere con i suoi occhi da quali colori è composta la bandiera della comunità LGBT+, può vederli rappresentati anche in una panchina che il vicino Comune di Poggio Bustone ospita da due anni nel centro storico del paese e al quale va, ancora una volta, il ringraziamento di Arcigay Rieti LGBT“.
Meglio non leggere tutto! Ma li ha collaudati tutti sti maschioni del paesello? Ma vaffff