Oggi 56enne, Carolina Morace è stata la più grande e celebre calciatrice italiana di sempre, nel 1999 entrata nella Storia in quanto prima allenatrice di una squadra maschile in ambito professionistico, la Viterbese del presidente Luciano Gaucci.
Ebbene nel giorno del Coming Out Day Carolina Morace ha deciso di dichiarare la propria omosessualità nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, che anticipa il libro-confessione (scritto con la giornalista Alessia Tarquinio) Fuori dagli schemi, in uscita per Piemme il 13 ottobre.
L’ex calciatrice ha infatti sposato Nicola Jane, australiana conosciuta a un evento Fifa, a Tokyo.
La proposta gliel’ho fatta nel giorno del mio quarantottesimo compleanno. Avevo comprato gli anelli, avevo ripassato per ore la frase “vuoi sposarmi?”. Sono una donna tradizionale, sì, anche in questo caso sono rimasta me stessa. E credere che prima nella mia vita non avevo mai pensato al matrimonio. Ci siamo sposate una prima volta a Bristol, sul piroscafo SS Great Britain e poi in Australia.
Un coming out, quello di Carolina, con un significato ben preciso. “L’ho fatto naturalmente per loro, per le più giovani, ma l’ho fatto anche per molte mie amiche quarantenni o cinquantenni che ancora non trovano il coraggio di raccontarsi. Nicola mi ha aiutato moltissimo. Solo con lei sono riuscita a essere vera, senza maschere. Non mi nascondo più“.
D’altronde la Morace arriva da un mondo, quello del pallone, ancora oggi troppo segnato dall’omotransfobia.
Il mondo del calcio è pieno di pregiudizi e di omofobia. Non biasimo chi non fa coming out. Per molti uomini il non farlo è una forma di protezione. Credo che sia giusto farlo quando si è pronti, quando si è sicuri di poter togliere la maschera e non rimetterla più.
Indimenticabile il coming out in famiglia, quando Carolina ha confessato al padre che si sarebbe sposata: “Gli dissi: “Papà, mi sposo”. E lui: “Bene!” “Sì, ma non con un uomo”. “Va bene! Basta che tu sia felice”“. E ora? Probabilmente un figlio: “Sì, lo desideriamo. Lei ha già una figlia ed è una bravissima madre, mi commuovo nel vederla parlare così intensamente con la sua bambina, il tempo che le dedica e il modo con cui sta seguendo la sua crescita. Non sarà facile per noi, specie in questo periodo in cui spostarsi per il mondo è complicato a causa della pandemia. So già che dovremo avere pazienza, sia per questo che per tutte le difficoltà che incontreremo”.
“Sono una donna che ama una donna“, ha concluso Carolina.
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