Nuovi aggiornamenti sul tremendo omicidio di Luca Varani, ucciso nella notte tra il 4 e il 5 marzo tra torture barbare e certosine (più di 100 le coltellate accertate, tra piccoli tagli e pugnalate) da Manuel Foffo e Marc Prato.
Gli inquirenti avrebbero trovato nell’albergo nel quale si era rifugiato il noto PR, nei pressi del quartiere Collatino di Roma, alcune lettere che parrebbero autografe scritte poco prima del tentato suicidio, sventato dalla polizia.
Sto male o forse sono sempre stato così, ho scoperto cose orribili dentro di me e nel mondo. Fa troppo male la vita. Non indagate sui miei risvolti torbidi, non sono belli. Buttate il mio telefono e distruggete il mio computer, nascondono i miei lati più brutti. Mamma e papà vi amo e vi ho sempre amati, non ho rancore o rabbia, solo amore per voi. Non avete nessuna responsabilità, né avete fatto nulla per essere complici dell’autolesionismo. Cercate di essere sereni, amatevi e non sentitevi mai in colpa. Fate una festa per il mio funerale. Vorrei una cerimonia laica, fiori, canzoni di Dalla. Bei ricordi. Perdonatemi, non ricordo, sono stanco e una persona orribile. Ricordate solo il bello di me. Vi amo.
I presunti messaggi, qualora venissero confermati come scritti in prima persona, confermerebbero l’esito degli esami tossicologici e genetici che affermano che il tentativo di suicidio fu autentico e non inscenato e potrebbero essere utilizzati dalla difesa per alleggerire in ogni modo la pena. Stando ai verbali, Prato avrebbe cercato di togliersi la vita con un cocktail letale composto da quattro flaconcini di Minias e uno di En, ingurgitati con una bottiglia di amaro. Ma non ci sarebbe riuscito, in seguito all’arrivo della polizia che era stata guidata dalle indicazioni di Foffo: avrebbe vomitato e poi sarebbe stato soccorso e sottoposto a lavanda gastrica.
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