Lady Gaga è stata inserita nella lista nera di stranieri non graditi al governo comunista cinese dopo il suo incontro di domenica scorsa col Dalai Lama. Gaga ha incontrato il leader spirituale buddhista a Indianapolis, prima della conferenza United States Conference of Mayors, un dibattito con i sindaci di 300 città americane dedicato allo “sviluppo di città solidali e compassionevoli attraverso azioni a livello locale”. L’incontro è stato ripreso in un video che Gaga ha pubblicato sul suo profilo Facebook. I due hanno parlato di cose come la meditazione, la compassione, l’equilibrio mentale e di come purificare l’umanità dai “veleni” che la intossicano moralmente e spiritualmente. Ecco il video dell’incontro.
Nonostante i temi assolutamente non politici l’incontro ha infastidito non poco il governo cinese, che ha prontamente fatto sapere che il Dalai Lama è un “lupo travestito da agnello”, un separatista che lavora per sottrarre la regione del Tibet dal controllo del governo centrale cinese, in modo da poter instaurare un regime teocratico. Questa sarebbe la reale intenzione dei viaggi all’estero del Dalai Lama: il messaggio spirituale sarebbe una mera copertura per i suoi reali intenti politici.
Dopo l’incontro tra Gaga e il Dalai Lama, dalla Cina hanno fatto sapere che sono state diffuse “importanti istruzioni” secondo le quali l’intero repertorio della cantante sarà da questo momento bandito dal territorio cinese, secondo quanto riporta il quotidiano Apple Daily di Hong Kong. I siti internet e i gli altri media hanno dovuto bloccare immediatamente la circolazione e la distribuzione delle canzoni di Lady Gaga, che non potranno più essere trasmesse.
Inoltre il governo cinese ha attivato i suoi organi di stampa e le sue televisioni in modo da diffondere la condanna ufficiale dell’incontro. Il nome di miss Germanotta si aggiunge alla lista degli artisti malvisti dal partito comunista cinese: Bjork, Maroon 5, Oasis, per citarne qualcuno.
Gli esperti dicono che Gaga è andata all’incontro con il Dalai Lama ben consapevole delle conseguenze che quell’incontro avrebbe portato. Per questo il suo gesto sarebbe da apprezzare: altre celebrities scelgono di agire diversamente per non irritare i governanti di Pechino, che sono alla guida ormai di una potenza economica di primissimo piano. Tra l’altro Gaga si era già guadagnata una menzione speciale da parte del governo cinese, quando nel 2011, alcune sue canzoni erano state bandite dai siti e dagli altri media, assieme ad alcuni brani di Katy Perry e di altri artisti, perché considerati di “cattivo gusto e dai contenuti volgari”.