Per la prima volta nella storia della Repubblica Popolare Cinese, un ricorso di una coppia omosessuale è stato accettato da un tribunale nella provincia di Hunan, nella Cina centro-meridionale. Sun Wenlin, un ragazzo di 26 anni, ha infatti citato in giudizio l’ufficio Affari Civili di Changsha – una città di 6 milioni di abitanti, capoluogo dell’Hunan – per aver rifiutato la sua domanda di matrimonio, in quello che verrà ricordato come il primo caso di matrimonio gay nel Paese comunista.
Sun ha ricevuto ieri (5 gennaio) la notifica dal tribunale del quartiere di Furong, nella città di Changsha, che il suo caso era stato accettato. “Grazie a tutti i nostri amici e parenti. Noi continueremo a lottare in quella direzione”, ha scritto Sun su Weibo, un social network cinese simile a Twitter. Sun e il suo compagno trentaseienne hanno fatto domanda per sposarsi il 23 giugno scorso, giorno del loro primo anniversario, ma sono stati allontanati da un funzionario che sosteneva che possono contrarre matrimonio solo le coppie eterosessuali. Sun ha quindi fatto causa contro l’Ufficio di presidenza il 16 dicembre.
Sun ha dichiarato ai media cinesi che sapeva di essere gay a 14 anni. Quando lo ha detto alla sua famiglia, non l’avevano presa bene: “Nel corso degli anni, ho provato in vari modi di convincere i miei genitori a cambiare loro idea”, ha dichiarato Sun, aggiungendo che le loro idee erano in seguito cambiate lentamente era riuscito a farsi accettare. Dopo aver appreso che il figlio voleva sposarsi, la madre ha detto: “Non importa quanto la società discrimini mio figlio perché è gay, io starò sempre dalla sua parte”.
Anche se l’omosessualità non è più illegale in Cina né considerata dal 2001 disturbo mentale e le grandi città hanno scene gay fiorente, vi è una diffusa omofobia nel paese, specie nella immensa provincia, ed il matrimonio omosessuale non è legale e le coppie dello stesso sesso non hanno protezioni legali. “In Cina, i tribunali spesso rifiutano i casi politicamente sensibili – ha commentato alla Reuters Maya Wang, una ricercatrice cinese presso l’Human Rights Watch di New York – quindi il fatto che la causa è stata accettata segnali una qualche disponibilità ufficiale per affrontare la discriminazione nei confronti delle persone LGBT, il che è incoraggiante. Avremo però bisogno di attendere se effettivamente Sun vincerà la causa. Se accadrà, sarebbe davvero un momento di svolta per i diritti LGBT in Cina.”
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