Gay, lesbiche e transessuali sono ancora guardati con sospetto dal mondo del lavoro: a decretarlo il IV rapporto della Future Manager Alliance.
Il 10% dei giovani laureati (1000 quelli presi in considerazione in tutta Italia) già occupati è stato testimone di discriminazioni sul lavoro a discapito di soggetti LGBT. Insulti, commenti pesanti, battute, isolamento, mole eccessiva di lavoro, carriera sbarrata: la discriminazione muta sempre faccia. Daniela Arlenghi, autrice del report sull’occupazione dei laureati che hanno conseguito il titolo da almeno quattro anni, spiega: “Si tratta di un numero molto elevato”.
Lo studio, che verrà presentato ufficialmente a Milano il 17 novembre, riguarda anche il mondo LGBT: quasi il 60% degli intervistati ritiene che per loro le possibilità di carriera siano più ardue anche se la metà è convinta che la situazione sia notevolmente migliorata negli ultimi cinque anni e che in futuro andrà progressivamente meglio.
Discriminazione ai danni della comunità LGBT e discriminazione di genere: l’Italia è lontana dai valori registrati in Olanda, Gran Bretagna e nelle regioni scandinave, ma se la passa molto meglio rispetto a Paesi come Ucraina, Russia e Polonia.
La Regione migliore, stando al report, è l’Emilia Romagna: nei paesi del profondo Nord e del profondo Sud le discriminazioni sono invece più frequenti, soprattutto nelle piccole aziende.