Che la Toscana sia una delle regioni più friendly, è cosa nota. E i festeggiamenti di Natale non fanno eccezione. Succede, infatti, che l’artista Mario Rossi che ha realizzato il presepe all’interno del seminario vescovile di San Miniato, in provincia di Pisa, ha deciso di inserire tra i personaggi anche due pastori gay. “Ho parlato delle diversità che si palesano in questo tempo dai nuovi, pericolosi, rigurgiti oscuri – ha dichiarato Rossi a La Nazione –. È un messaggio contro i muri, le terre contese, le guerre tra gli uomini, l’odio scatenato dalle differenze religiose, ma anche da quelle legate all’orientamento sessuale. Il mio è un invito alla pace e alla tolleranza: nel presepe l’ho detto e lo ripeto c’è posto per tutti. Le polemiche, invece, non m’interessano: non ho realizzato questo progetto di presepe per destare clamore o per dare il via ad un polverone mediatico. La gente, vedendo questa rappresentazione, dovrebbe riflettere”.
La polemica
Apriti cielo! La scelta di inclusività e accoglienza (non dovrebbe essere questo, in fondo, il messaggio del presepe e del Natale?) ha scatenato non poche polemiche. In testa a tutti, la Lega Nord che per voce del commissario provinciale Filippo La Grassa urla all'”ossessione gender”. “Basta con l’ossessione gender. Il presepe è sacro –
tuona La Grassa -. Ma perché si continua a strumentalizzare questo “povero” presepe una volta semplicemente simbolo di pace e speranza per tutti? Non bisogna strumentalizzare. Gli orientamenti sessuali ciascuno se li tenga in camera da letto. Se ormai essere gay o cattocomunista è diventato di moda e nessuno fa più carriera o audience se non lo è, cosa c’entra strumentalizzare il presepe?”. Pace e speranza per tutti, appunto, ma non per le persone lgbt. Fa eco alla Lega anche Forza Italia che parla di “scelta inopportuna, ma anche in alcune frange del Pd c’è qualche mal di pancia se è vero, come riporta il quotidiano toscano, che l’assessora Manola Guazzini ha commentato che i presepe poteva essere lasciato fuori da certi dibattiti.
“Nel presepe c’è posto per tutti – ha aggiunto Rossi -. I pastori, che curiosi si avvicinano alla capanna, rappresentano, infondo, i fedeli di tutte le religioni possibili, di tutte le razze e le tendenze. Non vedo di cosa scandalizzarsi, anzi semmai questo presepe è un’aiuto ad una riflessione che la nostra società, Chiesa compresa, non riesce a fare in modo sereno”.
(foto: Germogli – La Nazione)
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