Leggenda del tennis, suo il record di Slam vinti (24, uno in più di Serena Williams), la 77enne Margaret Court è diventata una delle più celebri e acerrime ‘nemiche’ della comunità LGBT, nel corso degli ultimi anni, avendo assunto la carica di ministro pentecostale. La Court vive a Perth, in Australia, dove dal 1995 dirige il Victory Life Centre, chiesa cristiana che l’ex tennista non chiuderà neanche dinanzi all’avanzare della pandemia da Coronavirus.
Siamo convinti che questo COVID-19 non verrà vicino alla nostra dimora o alla nostra famiglia di chiese. Preghiamo ogni giorno, sapendo che siamo tutti protetti dal sangue di Gesù. Per tua comodità, il disinfettante per le mani è disponibile in tutte le nostre chiese.
Questo il messaggio inviato ai fedeli, con tanto di passaggio estrapolato dalla Sacra Bibbia: “Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell’Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda“.
La Court ha in passato definito l’omosessualità una “pratica sessuale abominevole“, paragonando i gay a Hitler, oltre ad attaccare le tenniste lesbiche, che a suo dire ‘recluterebbero’ le tenniste più giovani e sprovvedute. Non contenta, ha definito gli adolescenti transgender come ‘figli del diavolo’. Margaret, che tutto il mondo del tennis professionistico guarda ormai con fastidio/ribrezzo, è stata nominata Omofoba dell’Anno da GLORIAs, nel 2018. Lo scorso anno, non a caso, è diventata console onorario della repubblica africana del Burundi, dove le persone LGBT + vengono torturate.
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