Ci siamo mai chiesti quante sono le persone appartenenti alla comunità LGBT in Italia? O nel resto del mondo? Si dice che su un gruppo di 4 persone, una dovrebbe essere gay, bisessuale, lesbica o transessuale. Ma sono solamente delle supposizioni. A dare una risposta alla domanda, è un’analisi condotta dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, ovvero l’Ocse, che ha voluto realizzare un sondaggio proprio sulla questione.
Anche in questo caso, però, i dati sono da prendere con le pinze, perché i dati ottenuti dall’analisi sono quasi sicuramente inferiori a quelli reali. Difatti, si devono contare quei Paesi in cui l’omosessualità non è vista di buon occhio o è illegale e le persone LGBT che evitano di dichiararsi. C’è poi da considerare anche quelle persone che, nonostante l’apertura della società, non hanno ancora fatto coming out, e di conseguenza alla domanda sull’orientamento sessuale hanno preferito identificarsi come etero.
I risultati dicono che in media il 2,7% della popolazione di uno Stato è LGBT
L’Ocse, nel rapporto Society at a Glance ha spiegato che il modo più veloce e pratico per eseguire questo sondaggio, è rivolgere direttamente la domanda alle persone che costituiscono il campione. Nella speranza che tutti o la maggior parte rispondano sinceramente, l‘analisi riporta che in media il 2,7% della popolazione di uno Stato sarebbe omosessuale. Mediamente, quindi, si parla di 17 milioni di persone. Il numero di cittadini è diverso per ogni Paese, quindi i dati sono indicativi e variano per ogni Stato analizzato.
L’analisi ha chiesto al campione di identificarsi come gay, bisessuale o lesbica. Su 14 Paesi, gli Stati Uniti hanno la percentuale più alta, quasi il 4%. A pari merito Canada e Nuova Zelanda, che ottengono un 3,2%. Al terzo posto, l’Australia, con il 3%. Fuori dalla Top 10 l’Italia, con l’1,6%. Provando a suddividere tra persone omosessuali e bisessuali, invece, si nota come in alcuni Paesi siano la metà del campione. Mentre in molti altri i bisex sono molto meno rispetto a chi si identifica come omosessuale. In Italia non è stato possibile fare questa suddivisione.
Orientamento e comportamento: due aspetti diversi
Un punto su cui si è soffermata l’analisi indica anche un altro aspetto interessante: la differenza tra orientamento e comportamento. Facendo questa suddivisione, cambia anche la risposta da parte del campione. Questo significa che l’analisi ha suddiviso coloro che si identificano come LGBT e coloro che hanno avuto dei comportamenti sessuali verso persone dello stesso sesso, oltre a coloro che ne sono stati attratti. Aggiungendo queste caratteristiche, i dati aumentano fino a 3 volte di più.
L’Australia balza a quasi l’11%, dal 3% indicato nella precedente analisi. Il dato si ferma al 10% per i soggetti che hanno avuto comportamenti sessuali verso persone dello stesso sesso, quasi all’11% per coloro che hanno provato anche attrazione. Interessanti anche gli Stati Uniti: dal dato iniziale del 3%, si raggiunge il 3,5% con coloro che hanno avuto comportamenti sessuali con lo stesso sesso, e sale a poco più dell’8% inserendo anche chi ha provato attrazione.
In Italia, che prima misurava un 1,6% di soggetti che si identificavano come LGBT, si dispone solo del dato di coloro che hanno provato attrazione per persone dello stesso sesso, il doppio: 3,2%.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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