The Guardian, The Sunday Times e Sky lo danno già come il nuovo Primo Ministro, dopo la sfiducia che penderebbe sulla testa di Theresa May. David Lidington, ora Ministro di Gabinetto e Cancelliere del Ducato di Lancaster, sarebbe de facto il vice Primo Ministro. Quindi, una sua nomina sarebbe certa, nel caso in cui May dovesse lasciare il numero 10 di Downing Street. Dopo l’ennesima sconfitta di ieri sera, il governo di Theresa May ha perso altri 3 sottosegretari, e da oggi sarà il Parlamento a constatare se c’è ancora una maggioranza che sostiene la Brexit. Non avendo quasi più potere, il governo May potrebbe cadere. Quindi è naturale che si pensi a un successore dell’attuale Primo Ministro, e quello più indicato, secondo la legge britannica, sarebbe proprio David Lidington.
In politica dal 1992, dal maggio 2018 è entrato a far parte del governo di Theresa May, con la carica di ministro. 62 anni, contrario alla Brexit, aveva già affermato in precedenza di non voler prendere il posto di May, anche se la sua posizione lo vedrebbe come il candidato perfetto del Regno Unito.
Chi è David Lidington? Un cristiano anti-LGBT
Il sito They Work For You registra tutti i voti pubblici del Parlamento britannico. E ha reso note le posizione sui dritti civili del possibile nuovo Primo Ministro. Secondo il sito, una sua presa di posizione importante arriva nel 2004, quando votò contro le unioni civili. Nove anni dopo, nel 2013, votò per ben due volte contro la legge sul matrimonio egualitario. Tornando un po’ più indietro ne tempo, nel 2003, era contrario alla cancellazione della Sezione 28, la quale era stata introdotta dall’allora Primo Ministro Margaret Thatcher nel 1988. Tale legge ordinava alle autorità locali di “non promuovere intenzionalmente l’omosessualità o pubblicare materiale con l’intenzione di promuovere l’omosessualità“. Erano vietati insegnamenti riguardanti “l‘accettabilità dell’omosessualità come pretesa relazione familiare“.
Facendo un altro passo indietro, nel 2002 votò contro la possibilità di adozione per le coppie formate da individui dello stesso sesso, nel 1999 per tre volte fu contrario all’equiparazione dell’età del consenso per atti omosessuali, a 16 anni. Nel corso degli anni ha sempre ribadito le sue convinzioni, ma nel 2o13 ha dimostrato un piccolo spiraglio, confermando la sua contrarietà al matrimonio egualitario, ma ammettendo di aver sbagliato a votare No alle unioni civili.
Volevo riflettere con particolare attenzione prima di decidere cosa fare, anche perché ho votato in passato contro la creazione di unioni civili per coppie omosessuali, ma ora credo che quella decisione sia stata sbagliata.
Sul matrimonio gay, ha invece sostenuto che la la formazione riguarderebbe un’istituzione pubblica che unisce in modo permanente ed esclusivo un uomo e una donna, specificando poi che il suo scopo
non è solo quello di fornire amore e impegno reciproci, ma anche per la procreazione e la cura dei bambini.
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