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Sono circa 1060 al momento gli atti di aggressione omofoba denunciati negli ultimi 6 mesi solo nella zona di Londra: i dati evidenziano un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questi sono tra l’altro solo i crimini denunciati: infatti una ricerca dell’associazione Galop evidenzia che il 75% degli episodi di violenza non vengono comunicati alle autorità. Se davvero così fosse il conteggio salirebbe a più di 4000 crimini solo nell’area londinese.
Secondo i dati a disposizione, 4 londinesi LGBT su 5 hanno sperimentato episodi di odio omofobico, mentre 1 su 4 è stato vittima di violenze. 1 su 10 è stato invece vittima di aggressioni sessuali dovute a violenza omofoba.
La maggior parte delle vittime non denuncia perché “sente che non cambierebbe nulla e che nessuno prenderebbe sul serio la denuncia”, questa la motivazione più ricorrente. Addirittura più del 25% non lo farebbe neanche nel caso di un secondo incidente proprio perché, dicono i più, “non sarebbe preso sul serio”.
E c’è chi ritiene, plausibilmente, che sia stata l’ondata conservatrice e antiprogressista della Brexit ad aver spinto sull’acceleratore di questa nuova ondata omofoba.
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E’ risaputo per chi ha vissuto in Inghilterra e nei Paesi del nord Europa in genere che sono molto violenti e non solo contro i gay. Da noi la violenza è molto più morale, psicologica, sottile. Diversi conoscenti sono stati aggrediti. E’ un mondo così, ma almeno loro hanno la legge contro l’omofobia quindi le punizioni sono severissime e con l’aggravante specifica.