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TORONTO – Alla fine sembra che Dennis Quaid ci abbia preso gusto nel girare le scene gay più bollenti del film “Far from Heaven” (trad. lett. Lontano dal paradiso). Secondo quanto raccontato dal regista del film Todd Haynes (“Happiness”) l’attore ha girato con sin troppo trasporto le sue scene di passione omosessuale. Haynes ha realizzato questo suo nuovo lavoro sulla scia del successo anche di critica ottenuto dai suoi ultimi due film “Safe” (1995) e “Velvet goldmine” (1998) e ha detto che Quaid ha dovuto abituarsi a baciare un altro uomo e questo ha impegnato qualche ciak, ma poi si e’ ben immedesimato nel ruolo: “Quando e’ partito, lui e l’altro attore ci sono andati giù come un paio di tigri ad un incontro di wrestling ! Veramente io avevo bisogno di qualcosa di un po’ più pacato e romantico, come erano i baci nei vecchi film di Hollywood”. A suo dire Far From Heaven “espande le possibilità tematiche rispetto ai film che negli anni ’50 che affrontavano l’argomento omosessualità.
Prima degli anni ’60 all’argomento si poteva alludere nei film americani solo ricorrendo a personaggi di contorno dai comportamenti comicamente sopra le righe o ridicoli.” Superfluo forse ricordare che attori gay come Rock Hudson erano costretti per poter continuare a lavorare a dover nascondere le loro preferenze sessuali. “Comunque” continua Haynes “l’omosessualità, seppur dietro le quinte, era certamente evidente in molti film” (facendo riferimento in particolare ai melodrammi di Douglas Sirk, regista adorato anche da Pedro Almodovar) “così come lo era nell’estetica di molti registi di film ‘per donne’ come George Cukor o Vincente Minnelli. Nonostante fosse tematicamente limitato, uno stile gay o effeminato era libero di pervadere lo stile visivo di tali film, negli abiti, nei colori, negli arredamenti. Il nostro film affronta a livello anche tematico quello che in fin dei conti e’ sempre stato lì, sotto la superficie.”
“Far from heaven” e’ stato presentato al pubblico d’oltreoceano qualche giorno fa al Toronto Film Festival ed e’ appena uscito nei cinema americani. Eccellenti le recensioni critiche ricevute. Co-protagonista e’ Julianne Moore (“Hannibal”), premiata all’ultimo Festival del Cinema di Venezia con la Coppa Volpi come Migliore Attrice. Al centro della vicenda una coppia sposata nell’America puritana degli anni ’50, quando l’argomento omosessualità era semplicemente tabù. Questo ovviamente non impediva, allora come oggi, a uomini regolarmente sposati – e quindi accettati dalla società – di avere segrete relazioni con altri uomini. Un tema come si vede scottante e tutto da discutere, affrontato con tono ironico, sebbene il film sia tutto tranne che una commedia e mescola la crisi di un matrimonio con le montanti tensioni razziali del periodo, quando anche solo farsi vedere con un nero era oggetto di pettegolezzi e illazioni… Co-produttori esecutivi del film sono il regista Steven Soderbergh (“Erin Brokovich”) e l’attore George Clooney.
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