Sono stati quasi 10.000 i partecipanti al sondaggio che Gay.it ha proposto ai suoi lettori in merito ai ddl sui DiCo (diritti e doveri delle persone conviventi). Il sentimento che prevale è quello che il ddl del Governo è “discreto”, ma non perchè sia un equo compromesso, ma perchè in Italia è difficile ottenere di più.
Accontentiamoci
Il giudizio è così ripartito:
per il 23,2% il ddl è ottimo o buono
per il 30% il ddl è scarso o insufficiente
per il 35,6% dei votanti il ddl è discreto
La motivazione che ha prevalso col 38,9% è stata In Italia è difficile ottenere di più e quindi bisogna accontentarsi, mentre il 28,9% si dice non convinto dai DiCo perchè Manca il riconoscimento di alcuni diritti o questi scattano troppo tardi. Il 13,8% è invece scettico: è un inutile compromesso perchè non verranno mai approvati in Parlamento, mentre solo per il 15,2% il testo è un equo compromesso o addirittura una soluzione buona.
Tra le coppie il senso di soddisfazione è alto (37% contro il 23% del campione). Scende invece al 24% tra i single e al 20% tra quelli che, anche se trovassero un compagno, non userebbero i DiCo.
I più disposti ad accontentarsi della legge sono quelli che politicamente si riconoscono nel centro-sinistra e nel centro, mentre tra gli elettori di sinistra e quelli di centro-destra e destra prevale la scontentezza per il disegno legge.
Il senso di insoddisfazione avanza con l’avanzare dell’età: dal 37% degli insoddisfatti tra coloro che hanno tra i 50 ed i 64 anni si passa al 30% tra gli under 25.
Il 44,7% degli intervistati dichiara che probabilmente o sicuramente li userebbe, qualora venissero approvati, mentre il 26,6% si dichiara interessato a usarli, se troverà un compagno. Solo il 17,5% non è comunque interessato.
Da questi dati emerge un atteggiamento significativo…
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Da questi dati emerge un atteggiamento significativo nei confronti del ddl sui DiCo su cui vale la pena soffermarsi. Se guardiamo oltre le cifre e le percentuali si noterà come lo stato d’animo prevalente sia quello della rassegnazione. I diritti tutelati sono giudicati pochi mentre il tempo per maturarli viene considerato eccessivo (il massimo è di 9 anni di convivenza). È invece positivo che ben il 61% dei votanti (un dato che si ottiene sommando il voto delle coppie con quello dei singles) sarebbe disposto ad usare i DiCo per vedere la propria unione riconosciuta giuridicamente.
Ma quello che mi sorprende davvero è che l’insoddisfazione maggiore arrivi dalla popolazione adulta. I giovani, in pratica, sono disposti ad accontentarsi più facilmente degli over 50. Perchè? Da che mondo è mondo un ragazzo è deciso a lottare ben più tenacemente rispetto ad una persona matura. Un giovane solitamente partecipa al dibattito in maniera meno pacata, meno politically correct, è meno disposto ad accettare i compromessi. Va alle manifestazioni urlando slogan convinto che la sua voce non si perda in mezzo alle migliaia di altre voci ma anzi, con la convinzione che la sua possa sentirsi più forte delle altre. Allora perchè, nel caso dei DiCo, i giovani gay sono disposti ad accontentarsi più facilmente?
Credo che la spiegazione stia nel fatto che chi ha lottato anni per ottenere un risultato sia disposto ad accettare meno una soluzione di tipo minimal come i DiCo. Le opportunità di vivere la propria condizione serenamente sono oggi molte di più. Non si cresce più con lo spauracchio di essere gli unici in città. I locali abbondano, Internet moltiplica le occasioni di incontro e conoscenza, la società è ben disposta nell’ affrontare l’argomento e quasi nessun genitore chiuderebbe più la porta in faccia al figlio che fa coming out. Ma è anche vero che proprio per questo oggi è più realistico pensare di trovare “facilmente” una persona con la quale fare coppia.
Crescere e costruirsi un’identità gay nel 2007 insomma è tutt’altra cosa rispetto al passato. Non vorrei però dover rimpiangere i sacrifici che molti gay maturi mi hanno raccontato. Non vorrei, in breve, che la Internet generation vivesse di rendita. Sarebbe ingiusto oltre che comodo.
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di Daniele Nardini
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