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DilloaGiulia: la piattaforma che raccoglie le testimonianze delle vittime di omotransfobia

Un modo per dimostrare quanto possono fare male le discriminazioni di genere e per l’orientamento sessuale.

dilloagiulia
2 min. di lettura

Una violenza, verbale o fisica, per chi la subisce può essere un trauma. Per chi la legge e per chi ci governa una spinta a fare qualcosa. E’ questo il senso della piattaforma DilloaGiulia, il primo portale italiano dove le vittime possono raccontare la loro brutta esperienza. Questa campagna è all’interno del progetto europeo Call It Hate, e ha ricevuto il finanziamento dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia, mentre la parte tecnica è stata sviluppata da Studiomeme.

L’obiettivo di questo progetto mira a far capire quanto possono fare male le discriminazioni e le violenze per il proprio orientamento sessuale o per il genere. Sono già tantissime le testimonianze raccolte. Sono episodi di bullismo, di insulti e derisioni da parte dei compagni di classe e talvolta anche dai professori. C’è chi ha paura di scambiarsi un gesto d’affetto in pubblico, chi sperava di trovare un aiuto dichiarandosi a un amico ma che invece lo ha detto a tutta la classe, per non parlare dei disagi delle persone trans che non avevano un luogo sicuro dove rifugiarsi.

DilloaGiulia: consigli su come affrontare un’aggressione omofoba

Nel 2018, Gay.it ha raccolto 57 denunce di aggressioni omofobe. Ma sono solo quelle denunciate alle autorità o tramite social e associazioni. Infatti, molti decidono di tenere tutto dentro, di subire senza fare nulla, incassando botte e offese, a scuola, come in piazza o in famiglia. Per questo motivo, DilloaGiulia mira a dare coraggio a queste persone, affinché decidano di denunciare e avere giustizia.

Assieme al sito, la campagna ha dato lanciato anche due hashtag molto particolari. #nientedistrano e #donotcover.  Dal 14 ottobre, questi due hashtag si possono utilizzare per raccontare la propria storia sui social. #nientedistrano vuole andare contro i pregiudizi nei confronti della comunità trans, facendo capire il disagio che si prova, abbattendo lo stereotipo secondo il quale una persona trans è un/una escort. #dontocover invece vuole incoraggiare le persone LGBT+ a denunciare gli episodi di violenza, sia da vittime che da testimoni.

Nel sito, è presente anche un timer. Il primo indicatore tiene conto del tempo da quando è online la piattaforma. Il secondo è un contatore, che registra tutte le nuove testimonianze. Ad oggi, sono 60 (3 in più rispetto al 2018).

Credits: Sito della campagna

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