Una scuola in Australia aveva pensato a un modo semplice per spiegare l’identità di genere agli studenti di 15 anni, con l’intento di far capire loro che il sesso biologico non sempre rappresenta quello in cui una persona si riconosce. Inoltre, le lezioni puntavano all’uguaglianza, educando alla non discriminazione in base ai gusti sessuali. Ma una donna transfobica, madre di un ragazzo transgender di 19 anni, ha alzato un polverone verso questi insegnamenti.
La donna, che non accetta che la figlia sia un ragazzo trans, tanto da rivolgersi a lui con i termini femminili, ha deciso di chiamare i ministri dell’istruzione sia federali che statali, affinché eliminassero queste lezioni. Secondo la donna transfobica, gli insegnamenti hanno creato confusione nella testa dei ragazzi, come appunto suo figlio, che ora soffre di depressione. Naturalmente, non pensa nemmeno che la depressione sia data dalla sua non accettazione, continuando a pensare di avere una figlia, senza contare il disagio che il ragazzo sta vivendo.
Dopo un anno, la donna transfobica ha vinto
Contatti con i ministri, con i parlamentari. Campagne fondate sulla disinformazione sul mondo trans. Ma dopo un anno, le lezioni sull’identità di genere sono state bloccate.
Una sconfitta per tutta la comunità LGBT. Ma soprattutto per quelle persone trans con una disforia di genere, che sono costrette a vivere in un corpo che non è il loro. E che devono convivere con il disagio, la depressione di non poter essere sé stessi.
Intervistato dal Daily Mail Australia, Jack Whitney, membro della NSW GLRL (un’associazione LGBT australiana), ha spiegato che questi caso scoppiano “perché un genitore è preoccupato di ciò che non sa o non capisce e la sua risposta immediata è di rimuovere i loro figli“. Ovvero, la scarsa informazione limita la visione di un figlio trans (in questo caso), fino a non pensare al bene del figlio stesso, bensì al proprio.
L’immagine che ha creato scalpore
Parte della lezione che ha scatenato le critiche della donna transfobica era un’immagine che faceva capire chiaramente come la mente, il cuore e i genitali non sempre rispecchiano il vero genere di una persona e il suo orientamento.
Come è facilmente intuibile, l’immagine mostra una persona. In generale, è come appare da fuori. Approfondendo, invece, si nota che c’è il cervello, dove si forma la propria identità. C’è poi il cuore, inteso come centro delle emozioni affettive. E infine, il sesso biologico, che può anche essere diverso.
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