Il 23 marzo a New York si è tenuta l’edizione 2012 degli International Escort Awards, per gli amici «Hookies», una manifestazione che, in un certo senso, riflette un approccio alla sessualità gay abbastanza diverso da quello italiano. Altrimenti non si spiegherebbe davvero perchè negli USA dozzine di escort professionisti gareggiano e vengono votati dal pubblico per un premio di questo tipo, che ha davvero una grande visibilità, mentre in Italia questa occupazione, anche in ambito gay, viene considerata qualcosa da vivere con discrezione e in maniera tutto sommato improvvisata. Inoltre non bisogna dimenticare che, ufficialmente, la prostituzione è vietata in buona parte degli USA (ma non lo è proporsi come «accompagnatori»), mentre in Italia è perfettamente legale. Questo apparente paradosso si può spiegare in vari modi, ma forse tutto parte dalla radice, e cioè da come ciascuna comunità gay vive il proprio rapporto con la sessualità.
Se analizziamo il percorso dei gay americani vediamo che, da quando le leggi sono diventate più permissive alla fine degli anni ’60, le espressioni della libertà sessuale da parte dei gay sono state molteplici: dai locali di cruising ai cinema a luci rosse, dai teatri per stripper professionisti alle riviste specializzate. Inoltre l’autodeterminazione della sessualità e del corpo è stata una delle rivendicazioni principali del primo movimento gay, in maniera non dissimile dal movimento femminista di quegli anni, ma con una sostanziale differenza: mentre per le donne significava non concedersi necessariamente agli uomini, per i maschi gay, dopo secoli di divieti e tabù, voleva dire concedersi liberamente a tutti gli uomini che desideravano. Di conseguenza anche la professione di escort, come quella di performer nei video o dal vivo, è sempre stata percepità anche come un’espressione di libertà sessuale, più che come una scelta avvilente.
Perchè in Italia questo non è avvenuto, anche se dall’america abbiamo importato la moda delle saune e dei cruising? Forse dipende dal fatto che tanti gay italiani, anche a causa del contesto omofobo in cui vivono, hanno ancora un rapporto in parte conflittuale con la sessualità e soprattutto con le sue manifestazioni più evidenti. Dopotutto offrire dei riconoscimenti pubblici agli escort come avviene agli Hookies è un po’ come ammettere che si apprezza il loro lavoro e che se ne sono frequentati abbastanza per capire chi lo fa davvero bene e chi no. Inoltre in Italia, dove la cultura machista vale anche in ambito gay, l’idea di pagare un escort professionista, paradossalmente, è un tabù maggiore per i gay dichiarati che non per le altre categorie di uomini.
D’altra parte questo clima vagamente omertoso spiega anche perchè da noi si fa ancora confusione fra escort professionisti, prostituti occasionali e immigrati disperati. Al di là del fatto che si può condividere o meno la scelta di chi affitta il proprio corpo, è innegabile che, perlomeno in ambito gay, questa scelta rientri in un più complesso discorso che riguarda l’emancipazione sessuale e l’autodeterminazione di sè, e forse liquidare il fenomeno come qualcosa di necessariamente degradante e avvilente ha più a che fare con l’omofobia interiorizzata che con lo spirito critico.
Quel che è certo è che agli Hookies di quest’anno un sorridente Jesse Santana ha ritirato il premio di Mr. International Escort 2012 e, guardacaso, il premio di Mr Escort & Pornstar 2012 è andato ad un italiano trapiantato a New York: il ventiseienne Vito Gallo, che ultimamente si è dato da fare nei video della Lucas Entertainment. Da notare che, fra i premiati delle sedici categorie degli Hookies, ci sono tantissimi noti porn performers, da Arpad Miklos a Tommy Defendi, da Spencer Reed alla new entry Diego Vena. Certo se uno cerca l’amore deve guardare altrove, ma considerando quanto si può spendere per girare locali e discoteche nella speranza di rimediare un’avventura senza impegno, che magari si rivela una delusione, forse si spiega perchè il mercato degli escort è in espansione. Soprattutto in tempi di crisi come questi.
di Valeriano Elfodiluce
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