È presto diventato virale un cartello comparso all’ingresso di un punto vendita Lush, a Edimburgo, preso di mira con insulti omotransfobici pochi giorni prima.
“Per favore, non entrare nel nostro negozio con segni di Covid-19, razzismo, omofobia, sessismo o transfobia”, si legge da inizio agosto all’ingresso del locale, che ha diviso il web tra applausi striscianti e chi ha addirittura gridato al boicottaggio nei confronti della catena. Come se Covid-19, razzismo, omofobia, sessismo o transfobia possano definirsi elementi da ‘difendere’ con le unghie e con i denti all’interno di una società sana, civile e democratica.
“Chiunque sia passato dal nostro negozio questa mattina potrebbe aver visto che la nostra vetrina era stata presa di mira da un gruppo transfobico. Per questo motivo abbiamo una nuova grafica all’ingresso. Il nostro negozio è uno spazio per la compassione e il rispetto per tutti. Non perdoneremo né sosterremo atti di odio. Se mostri segni di Covid-19, segui le linee guida del governo per isolarti e fare il test. Se mostri segni di razzismo, omofobia, sessismo o transfobia, ti consigliamo di isolarti e istruirti”, hanno scritto i responsabili del punto vendita su Facebook, diventando immediatamente virali.
Post poi cancellato a causa dei tantissimi insulti ricevuti, così come su Instagram, dove l’immagine qui sotto riportata è stata volutamente privata dei commenti. Il medesimo cartello è stato ripreso nelle ultime ore anche in un negozio Lush di Napoli e in tanti altri store in giro per il mondo.
https://www.instagram.com/p/CDbQpP7gXxT/
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