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Eva Robins: “C’è estremo bisogno del DDL Zan, servono diritti e tutele, oggi viviamo nel caos”

“Potevo fare sia l’Isola dei famosi sia il Grande Fratello Vip. Ma non è successo, e sa perché? Le racconto un aneddoto….”.

Eva Robins: "C'è estremo bisogno del DDL Zan, servono diritti e tutele, oggi viviamo nel caos" - evarobins - Gay.it
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Oggi 62enne, Eva Robins esplodeva in tv poco più di 30 anni fa, scatenando l’immancabile transfobia all’italiana. Attrice, cantante e personaggio tv, Eva è stata una delle prime donne transgender a raggiungere la popolarità nazionale, per poi dedicarsi soprattutto al teatro con l’arrivo del nuovo millenno. Una mancanza che si specchia anche sui social, dove la Robins mostra poco di sè.

Sono una persona molto selettiva, ho gli stessi amici da anni“, ha oggi confessato al Corriere della Sera nel corso di una lunga intervista. “Su Facebook non ci vado, o meglio: ho una persona che mi filtra i contatti e i post. Non uso molto il pc, a parte Instagram. Insomma, condivido poco, è tutto molto distillato. Un abbraccio lo do sempre volentieri, eh? Ma diciamo che sono e resto molto intimidita dall’esterno. È un fatto caratteriale, non una strategia. Anzi, a tal proposito, forse avrei potuto lavorare di più se fossi stata diversa. Tipo nei reality: potevo fare sia l’Isola dei famosi sia il Grande Fratello Vip. Ma non è successo, e sa perché? Le racconto un aneddoto. Durante il provino del Gf, ad esempio, io parlavo, parlavo. Ma gli autori han capito da quello che dicevo e da come lo dicevo che in realtà io non volevo essere presa. Ecco, questa – anzi anche questa- sono io“.

Nel pieno del dibattito sul DDL Zan, anche Eva Robins si è fatta un’idea precisa, di pieno sostegno alla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo: «In Italia c’è un estremo bisogno di una legge con dei puntelli precisi, che tuteli quelle che sono delle minoranze e che necessitano di estrema protezione. Io, da parte mia, fortunatamente, non ho mai subito grosse violenze, sono sempre stata rispettata. Ma forse qui il personaggio mi ha aiutata a non subire. Quello che vedo oggi e che, per carità, magari viene ingigantito dalla tv o dalla comunicazione, è comunque una situazione dai toni troppo alti e tutto questo va affrontato di petto e politicamente, con leggi e diritti messi nero su bianco».

Ma cosa è cambiato rispetto agli anni ’80 e ’90, per le persone LGBT?

Diciamo che all’epoca era tutto più sperimentale, più nuovo, creava curiosità. Era più facile. E sull’argomento eravamo tutti più neofiti, più curiosi, più spavaldi. Oggi invece è tosta per tutti perché quella che veniva percepita come una situazione di curiosità è una realtà e in quanto tale va normata. Servono diritti e tutela, oggi viviamo nel caos.

E a chi le fa notare come mai non abbia mai attivamente partecipato ad un Pride, Robins risponde: «Sostengo questi diritti tutti i giorni, dimostro con coerenza sempre e a tutti la mia posizione il mio pensiero. Credo che questa sia la cosa fondamentale».

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