Presentato quasi un anno fa al Sundance Film Festival, ovvero prima che il Covid-19 travolgesse i cinema di tutto il mondo, Falling segna l’esordio alla regia di Viggo Mortensen, 62enne iconico Aragorn nella trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli, tre volte candidato agli Oscar nonché poeta, fotografo e musicista.
Un progetto scritto, diretto e interpretato da Viggo, qui negli abiti di John, uomo apertamente gay felicemente sposato con Eric (Terry Chen) e di fatto costretto a correre dal padre, la cui demenza sta peggiorando di giorno in giorno. Un papà ostile, misogino e omofobo, che non ha mai accettato l’omosessualità del figlio e le nozze con un altro uomo.
Intervistato da Reuters, Mortensen, che parla ben 9 lingue, ha rivendicato con orgoglio la scelta di interpretare un personaggio omosessuale, anche se dichiaratamente etero. Un dibattito, quello sugli attori etero che interpretano personaggi gay, sempre più pressante ad Hollywood, perché difficilmente sui set di Los Angeles si vede il contrario.
“Ci sono alcuni personaggi che non interpreterei mai. Non interpreterei Eric, l’americano cinese-hawaiano”, ha sottolineato Viggo riferendosi ad un altro personaggio del film. Ma il suo John, ribadisce Mortensen, non è “un espediente, un’ancora o un innesco”. “Mi sono chiesto, e se non avesse una moglie? E se avesse un marito?”. “Mi sono detto, ‘proviamoci’. “Scriverò una scena e vedrò come ci si sente. Se non funziona o se sembra in qualche modo non adatto alla storia, non lo userò. Ma alla fine mi è piaciuto”.
Falling non ha ancora una data d’uscita per il mercato italiano, ma è stato acquistato da BiM Distribuzione.
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