Il social media manager della federazione italiana di pugilistica, tale Tommaso, si è lasciato andare a insulti omofobi sulle proprie pagine social, come denunciato da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center.
Postando su Facebook un articolo del “Primato nazionale“, house organ di Casapound (che titola “La Consulta boccia l’omogenitorialità: le coppie gay non sono famiglie”), il social media manager ha festeggiato con un gratuito “attaccateve a questo ca*zo”, con tanto di bacio formato emoticon. In un altro commento social, il bis: “Se vuoi giocare al marinaio e al capitano fallo, ma non pretendere di poter paragonare il tuo modello familiare a quello che da millenni fa da collante alla società umana: uomo-donna. A un bambino servono un padre e una madre. Io non discrimino nessuno, ma sono contro la società del “è buono tutto”. Quella società che ha portato l’Australia a riconoscere 26 generi sessuali. Ma dove caz*o sono 26 generi sessuali? Quella società che ha portato una nota marca di assorbenti a togliere il simbolo di genere femminile per non discriminare chi è donna, avendo il mestruo, e si sente uomo. Tu hai le tue idee che non condivido ma ti rispetto. Cerca di rispettare il sottoscritto senza farmi passare per una sottospecie di criminale paranoico. Posto che uno è libero di fare sessualmente ciò che vuole, la famiglia per me – credo anche per te da cattolico fervente – è uomo e donna. Si chiama normalità“.
“E’ indegno che un dipendente di un ente pubblico possa usare espressioni di questo tipo offendendo le famiglie lesbiche, gay e trans“, ha attaccato Marrozza. “Chiediamo al ministro Spadafora, che è da sempre attento al tema anche in quanto ex Sottosegretario alle Pari opportunità, di intervenire contro queste affermazioni, valutando la rimozione di questo dipendente dal suo incarico. Commenti di questo tipo non sono tollerabili, ed inaccettabili a maggior ragione da un dirigente pubblico“.
Immediata la replica di Vittorio Lai, presidente federazione italiana di pugilistica.
Abbiamo appreso da un comunicato stampa diffuso in tarda serata di un post attribuito a un nostro dipendente che contempla affermazioni discriminanti e a tratti anche offensive nei riguardi di chi vive la propria condizione umana nel pieno consesso civile. Nel rappresentare l’intera Federazione, atleti e dirigenti in qualità di presidente della FPI e unitamente a tutto il mondo pugilistico italiano prendo nettamente e con decisione le distanze da tali affermazioni e soprattutto da tali comportamenti discriminatori. Preciso che la Federazione Pugilistica Italiana è da sempre impegnata con testimonianze e attività di sensibilizzazione a tutela della famiglia e dei valori umani di tutti. Da sempre abbiamo messo in atto campagne sociali a favore dell’integrazione, a favore della difesa delle donne, a tutela delle vittime di ogni violenza, anche psicologica. Nei confronti del bullismo e del cyberbullismo realizziamo con periodicità incontri, dibattiti con testimonial di grande spessore. Non possiamo sentirci coinvolti in dichiarazioni personali che non appartengono alla mission di questa Federazione e del Pugilato. Valuteremo immediatamente la posizione del nostro dipendente e prenderemo i provvedimenti più opportuni. Sia ben chiaro, infine, che questo accadimento non frenerà le nostre campagne sociali nel processo di divulgazione dei valori e principi che sono alla base della nostra disciplina.
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