È stato accolto abbastanza bene al Lido l’attesissimo Suspiria di Luca Guadagnino, remake che a quanto pare si discosta parecchio dall’originale horror cult di Dario Argento.
Alla proiezione stampa applausi e qualche fischio, dopo quella serale del pubblico al Palabiennale qualche timido clap-clap mentre ci sono stati sette minuti di applausi alla proiezione quasi contemporanea in Sala Grande, quella ufficiale con presente il folto cast in sala. La critica internazionale ne parla piuttosto bene, con qualche riserva: Peter Bradshaw del Guardian parla di “momenti intelligenti di paura e brividi subliminali d’inquietudine, le sequenze di danza sono buone e di certo Guadagnino non potrebbe essere nient’altro che un cineasta intelligente. Ma è un film bizzarramente privo di passione”; Variety critica la supponenza che ‘dimentica di spaventare’ ma ne parla abbastanza positivamente; Indiewire usa la stravagante definizione seguente: “un film di rara e libera follia”.
Anche la critica nostrana, solitamente abituata a stroncare i passaggi di Guadagnino al Lido, è benevola. Andrea Chimento sul Sole24Ore parla di film “coraggioso e appassionante” nonostante “qualche passaggio nella sceneggiatura possa apparire più macchinoso di altri”. Lo definisce inoltre “un progetto riuscito e coinvolgente, anche per merito di un montaggio perfettamente calibrato e delle splendide musiche di Thom Yorke”. L’Huffington Post, a nome di Teresa Marchesi, sostiene che Suspiria “evoca le giustiziere di #MeToo e l’utopia di donne superpotenti” col merito di “inventare radici e ragioni storiche per l’orrore, i sabba la setta muliebre. Per il regista sono i fantasmi del nazismo che gravano sulla Berlino del 1977, divisa dal muro, lacerata dalla rivolta giovanile” (una delle differenze con l’originale è infatti il cambio di location: non più Friburgo ma Berlino).
Film.it parla di “opera complessa e affascinante, in cui il mood sostituisce la paura vera, e che sa tenere alta la tensione e ingaggiare lo spettatore per due ore e mezza, senza sosta. Parte del merito va certamente a Tilda Swinton (in più ruoli), Dakota Johnson, Mia Goth e il resto del cast. Ma è la messa in scena, più della recitazione o della scrittura, a contare qui. Nel finale, Guadagnino perde leggermente quel controllo assoluto che aveva mantenuto fino a quel punto, barattando le suggestioni con un roboante spargimento di sangue ed effetti visivi. Sfiorando un po’ il ridicolo. Ma i minuti conclusivi ci ripagano”.
Guadagnino ha dichiarato di essersi ispirato a Fassbinder per la realizzazione di Suspiria: “Fassbinder mi ha influenzato in questo film al 100%. Le sue donne tormentate, mai risolte, ma mai schiacciate, mai sconfitte mi hanno ispirato”.
“Non sarei qui se non fosse per Dario – continua il regista palermitano – Suspiria ha segnato il mio immaginario da sempre. Non tematizzo mai i film che faccio mentre li faccio, i film parlano in maniera indipendente. Suspiria è certamente un film sul terribile nel femminile e sui rapporti interpersonali“.
Suspiria di Luca Guadagnino dovrebbe uscire per Videa entro l’anno.
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