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Rete 4 (s)parla di transessualità: “Baby trans, bimbi usate come cavie?” – L’indignazione della comunità T

Vergognoso servizio mandato in onda dalla trasmissione condotta da Mario Giordano: un concentrato di disinformazione sulle persone trans.

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Sono parole vergognose quello utilizzate nel corso della trasmissione di Rete 4 “Fuori dal Coro”, condotta da Mario Giordano. In particolare ci riferiamo al servizio sulle persone transessuali andato in onda martedì sera, intitolato: “Esperimenti Transgender su bambini vulnerabili“. Aberrante anche il titolo in sovrimpressione, apparso durante il servizio: “Baby trans: bimbi usate come cavie?“.

La denuncia arriva da Gruppo Trans, che parla di frasi gravi e pericolose, poiché trasmettono al pubblico un significato distorto:

(La trasmissione) ha preteso di affrontare la tematica trans in modo fazioso e delirante, escludendo ovviamente a priori la presa di parola di attivist* che da anni portano avanti istanze, lotte, rivendicazioni su questi temi. Ancora una volta è stato usato un linguaggio confuso e violento per parlare delle nostre vite.

Un servizio che aveva solo uno scopo: patologizzare ancora di più le persone trans e non binarie:

Ancora una volta è emersa in tutta la sua violenza la volontà di stigmatizzare apertamente le nostre soggettività ed esperienze transgender e non binarie disumanizzandoci da soggetti aventi diritto sulla base del principio di autodeterminazione, a mere teorie astratte, la bugia della fantomatica teoria del gender.

La risposta della comunità trans

Gruppo trans ha pubblicato su YouTube un video di persone che hanno visto la trasmissione, rimanendo sconvolte su come sia stata definita la transessualità. Queste sono alcune testimonianze.

Monica, presidente di ACET, ha affermato:

Cari autori del programma, vi dovreste solo vergognare. Perché questo è sciacallaggio sulle vite di bambini, adolescenti, genitori e famiglie di persone trans. Queste persone hanno bisogno di essere sostenute, informate, indirizzate, protette. Non hanno bisogno di essere buttate e strumentalizzate nel più squallido sciacallaggio mediatico. Invitiamo le associazioni, le comunità, gli alleati e tutte le persone di buon senso a protestare contro questo pericoloso modo di rappresentare la comunità transgender e sostenere in tutti i modi la nostra presa di parola. È ora che nei media noi possiamo parlare d’identità di genere. Basta parare al nostra posto, e basta parlare sopra di noi. 

Cinzia è la madre di una ragazza trans. Ha seguito la trasmissione di Rete 4, rimanendo allibita. Da attivista, non ha potuto ignorare le tante fake news diffuse:

Vengono descritti in maniere scorretta. I bloccanti della crescita sono reversibili, ma soprattutto sono dei salvavita per i nostri figli. Perché tanti di questi ragazzi, adolescenti, pregano di non svegliarsi più la mattina. Proprio perché non si riconoscono. Più il tempo passa, più il disagio diventa forte.  Chiedo di portare la giusta informazione. 

Betta, un’altra madre che fa parte dell’associazione Genderlens:

I media di destra e trasmissione come quelle di “Fuori dal Coro” avvalorano omofobia e discorsi di odio nei nostri confronti, senza rispetto. Loro possono dire che noi siamo pedofili, che istighiamo la comunità a diventare trans. Quello che mi fa più arrabbiare è il silenzio da parte di certa stampa, che si definisce democratica, o dai media, che si definiscono democratici, che un giorno si e l’altro pure pubblicano articoli a firma di TERF, che racconta cose assurde e senza alcun fondamento. 

Christian, del Gruppo Trans APS e Arcigay Gioconda:

Ci troviamo in un momento di attacco senza precedenti. A essere prese di mira sono state le famiglie e le persone in età evolutiva con varianza di genere. Conosciamo bene l’impatto negativo di questi discorsi di odio che creano disinformazione. In Fuori dal Coro non c’è stata la voglia di tentare di fare informazione, ma che si volesse solo arrivare a strumentalizzare la paura, attraverso propaganda e bugie, parlando di esperimenti e cavie. 

Tra le testimonianze, anche Chloe:

Sono rimasta scioccata come donna trans, perché durante l’intervista che hai presentato ci sono state molte inesattezze. Non è una passeggiata effettuare una transizione di genere, ti posso garantire che una persona non si alza al mattino e un giorno si sente uomo e un giorno si sente donna, perché sono dei percorsi che avvengono all’interno di noi stessi. Non sono caratteri che tu puoi correggere imponendo un tipo di società assolutamente binario. 

Sono oltre 20 le testimonianze raccolte contro Mario Giordano e il servizio sulle persone trans. Tutt* hanno dimostrato rabbia per le parole utilizzate, indignazione per la superficialità con la quale la trasmissione ha affrontato un tema delicato e complesso come la transessualità. Ogni persona intervistata ha sottolineato un punto: la totale disinformazione.

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