«At salut, buson!(frocio, in dialetto, ndr)». Così Beppe Grillo ha chiuso il suo comizio a Bologna insupporto del candidato a sindaco del Movimento 5 stelle, i cui militanti sono noti come "grillini".
E il riferimento a molti è sembrato essere rivolto a Nichi Vendola che qualche ora prima l’aveva accusato di prediligere un linguaggio «maschilista, sessista e machista».La cosa, naturalmente, non è passata inosservata e non poteva essere altrimenti, specialmente in una piazza come quella di Bologna.
In una nota stampa, Arcigay definisce la battuta di Grillo "infelice" e chiede al comico un chiarimento.
«(Da Grillo) fino ad ora non è giunta una parola o proposta politica sulle famiglie omosessuali, sul matrimonio, sui diritti, contro l’omofobia o sulla fecondazione medicalmente assistita – si legge nel comunicato firmato dal presidente nazionale Paolo Patané -. Beppe Grillo chiarisca che cosa intendeva dire anche perché, cercare l’applauso facile del pubblico con battute maschiliste e populiste da bar sport è esattamente ciò che fa il nostro presidente del Consiglio e mal si concilia con chi sostiene di rappresentare qualcosa di nuovo nello stantio panorama politico italiano».
«Grillo ci dica inoltre, e con estrema chiarezza, quale posizione assume rispetto alle rivendicazioni delle persone omosessuali e transessuali italiane, tematiche cruciali per il pieno compimento della democrazia nel nostro Paese – incalza Patané -. Il silenzio assoluto di Grillo su questi punti rende oltremodo arduo interpretare le sue parole e, peggio, distinguerlo dai troppi politici di professione che parlano di noi con disprezzo o, nella stragrande maggioranza dei casi, ci ignorano». E infine il presidente della più grande associazione gay d’Italia rivolge al comico genovese e al movimento che in lui si identifica un invito:«Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle, come gesto di chiarimento – conclude Patané -, farebbero cosa opportuna nell’esprimere la propria adesione e sostegno, ad Europride Roma 2011, dell’11 giugno 2011».
Cristiana Alicata, del Pd, liquida la questione rispondendo alla battuta con un’altra battuta. «Attendiamo Marcia su Roma dei grillini. Puah» scrive giornalista dell’Espresso Alessandro Gilioli invita gli attivisti del M5S a prendere le distanze dalla battuta di Grillo dato che «mi hanno rimarcato che loro non sono Grillo, che pensano e fanno con la loro testa, e basta anche chiamarli grillini».
Il M5S risponde oggi con un comunicato stampa in cui precisa di rifuggire «qualunque forma di discriminazione: ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo firmata a Parigi nel 1948, senza distinzione alcuna».
Citando, poi, un post pubblicato lo scorso anno sul noto blog di Grillo che commenta favorevolmente l’approvazione delle nozze gay in Argentina, il comunicato bolla come «tentativo di strumentalizzazione di mezze frasi, espressioni dialettali o stralci di conversazione a fini elettorali o propagandistici» che «respinge con fermezza» definendoli tentativi di «raccogliere qualche voto in più all’interno della comunità gay, offendendone quindi l’intelligenza» econclude ricordando la sua adesione del 2010 al Manifesto della Rete Laica in difesa dei diritti civili.
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